Ekkehart Krippendorff
Le commedie di Shakespeare
Il regno della libertà
Traduzione di Cesarina Wolf-Ferrari
Nell’anno del 450° anniversario della nascita di Shakespeare, un libro che celebra il massimo poeta inglese portando alla luce la sua eterna attualità.
Quale idea del mondo, dell’uomo e della politica affiora dalle commedie di Shakespeare? Krippendorff si immerge nei testi e porta a galla un’ideale di libertà, uno slancio progressista, una visione utopica che il poeta ci ha lasciato in eredità.
Nel libro sono prese in esame undici commedie: da Tanto rumore per nulla a La bisbetica domata, da I due gentiluomini di Verona a La dodicesima notte.
I temi ricorrenti sono quelli che appassionano ancora i lettori di tutti i tempi: i rapporti tra i sessi, lo scontro generazionale, l’amore e la sua accettazione nella società, l’amicizia e la solidarietà.
Da secoli le commedie di Shakespeare continuano a essere rappresentate in teatro dove, il pubblico mondiale assiste allo spettacolo ammirato e divertito. Ma Shakespeare, non a caso uno dei massimi conoscitori della natura umana mai esistiti, non si limita a farci ridere. Per Krippendorff nelle commedie shakespeariane è celato un nucleo politico innovativo e progressista che affronta i rapporti tra i sessi, lo scontro generazionale, l’amore e la sua accettazione nella società, l’amicizia e la solidarietà.
L’autore prende in esame undici commedie: Shakespeare affronta tali argomenti ritraendo un’umanità che si scopre migliore, capace di compiere il bene e più libera. Il lieto fine che chiude ogni ultimo atto non è tanto, nell’affascinante rilettura di Krippendorff, un venire incontro alle aspettative del pubblico, ma un’esortazione a incamminarsi lungo la strada del progresso, individuale e collettivo.
«Krippendorff è autore di grande vigore intellettuale… Una lettura convincente e ricchissima di spunti che saranno preziosi per scrittori e registi, e anche per chi vuol ripensare la politica creativamente, oggi».
Massimo Bacigalupo, «il manifesto»
«Lo Shakespeare di Krippendorff è un politologo insuperabile».
Alessandro Barbero, «La Stampa»
«Un libro efficace nel comunicarci la miracolosa modernità di Shakespeare e l’inesauribilità del suo mistero».
Leonetta Bentivoglio, «la Repubblica»
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