Anuradha Majumdar

Lontano dal paradiso

COD: e2230b853516 Categoria: Tag:

Collana:
Numero collana:
103
Pagine:
268
Codice ISBN:
9788881127085
Prezzo cartaceo:
€ 15,00
Data pubblicazione:
09-02-2006

Traduzione di Lucia Olivieri

«Se la state leggendo, allora vuol dire che questa storia vale la pena di essere raccontata. È quella che fa capolino tra i pensieri di Jonathan ogni mattina appena si sveglia. Si alza, s’infila in bagno, si dà una sciacquata alla faccia a occhi chiusi. Con le ciglia ancora gocciolanti, scrolla la testa impaziente e si guarda allo specchio. Ed eccola lì, la storia, nei suoi occhi, che ricambia il suo sguardo da miglia e miglia di distanza. È lì da quando lui aveva quindici anni, annidata nella sua memoria come un piccolo uovo azzurro in attesa di schiudersi».

A Casa Mira, un curioso condominio londinese, Jonathan Ferry, giovane attore e aspirante regista, è ossessionato da una storia che ha sentito da bambino e che da allora non ha mai cessato di tormentarlo: quella del pilota che un giorno è caduto misteriosamente dal cielo nella giungla di Assam per far perdere per sempre le sue tracce e il cui destino Jonathan sente essere legato a doppio filo al suo.
Contemporaneamente, all’altro capo del mondo, Anjali Mehra, giornalista televisiva di New Delhi, sta inseguendo un nuovo caso: quello di un inglese che proprio nella giungla dell’Assam ha fondato una particolarissima comunità mistico-politica. Le ossessioni di Jonathan e Anjali li conducono entrambi nel villaggio di Penduli, nel Bengala, e da Krishnagopal, leggendario cantante baul, nato più di un secolo e mezzo prima, che si dice abbia guarito con le sue note un inglese caduto dal cielo. Attraverso di lui, le strade dei due protagonisti si incontreranno e si uniranno in una grande storia d’amore. Tra tanti destini che si incrociano, però, come individuare la strada per il paradiso? Alla fine l’onere di scoprire le connessioni nascoste che legano le nostre vite e di illuminare quel grande affresco cosmico di cui siamo tutti protagonisti ricadrà su Milton, il grande poeta che si è ora reincarnato in un gatto per continuare il lavoro che non è riuscito a finire nella sua vita precedente.
Tra originali aforismi come «la realtà ha la scorza sottile ma la testa dura» e personaggi splendidi, riflessioni mistiche mai banali e intrighi politici, religione e avventura, amore e distruzione, una delle più promettenti scrittrici indiane contemporanee trova l’ideale punto di contatto tra sensibilità orientale e pensiero occidentale per narrare una storia perfetta per i nostri tempi.

«Anuradha Majumdar è una scrittrice meravigliosa… I suoi romanzi sono divertenti, poetici ed eccentrici».
Yann Martel, autore di Vita di Pi

LONTANO DAL PARADISO – RECENSIONI

 

Patrizia Danzè, STILOS
– 28/08/2007

 

La libertà femminile ha un passaggio: la narrativa

 

 

 

IL CORRIERE DEL SUD
– 01/04/2006

 

Lontano dal Paradiso

 

A casa Mira, un curioso condominio londinese, Jonathan Ferry, giovane attore e aspirante regista, è ossessionato da una storia che ha sentito da bambino e che da allora non ha mai cessato di tormentarlo: quella del pilota che un giorno è caduto misteriosamente dal cielo nella giungla dell’Assam, in Idia, facendo perdere per sempre le sue tracce e il cui destino Jonathan sente di essere legato a doppio filo al suo. Contemporaneamente, all’altro capo del mondo, Anjali Mehra, giornalista televisiva di New Delhi, sta inseguendo un nuovo caso: quello di un inglese che proprio nella giungla dell’Assam ha fondato una particolarissima comunità mistico-politica. Le ossessioni di Jonathan e Anjali li conducono entrambi nel villaggio di Penduli, nel Bengale, e da Krishnagopal, leggendario cantante baul, nato più di un secolo e mezzo prima, che si dice abbia guarito con le sue note un inglese caduto dal cielo. Attraverso di lui, le strade dei due protagonisti si incontreranno re si uniranno in una grande storia d’amore. Tra i tanti destini che si incrociano, però, come individuare la strada per il Paradiso? L’onere di scoprire le connessioni nascoste che legano le nostre vite ricadrà su Milton, il grande poeta che si è reincarnato in un gatto per continuare il lavoro che non è riuscito a finire in vita.

 

LOMBRADIA OGGI
– 09/04/2006

 

Lontano dal Paradiso

 

 

 

Stefano Manferlotti, IL VENERDÌ
– 24/03/2006

 

Il paradiso di Milton (ma il gatto)

 

Chi ama la prosa lirica e il misticismo sensuale di Herman Hesse lo troverà delizioso, chi li detesta avrà motivo di irritarsi. In realtà, il romanzo dell’indiana Majumdar (vive ad Auroville, nel sud del paese, una specie di città utopica ispirata ai principi della tolleranza universale) è una sorridente rapsodia sul lato umano del moderno “villaggio globale”, di cui è proiezione visibile il multietnico condominio londinese in cui è ambientata parte della storia. Voce narrante è il gatto Milton, bestia raziocinante, che ci racconta come il suo padrone Jonathan Fery, attore e aspirante regista cinematografico, intrecci la sua vita con quella di Anjali Mehra, una giornalista televisiva di Nuova Delhi, a Londra per lavoro. I due giovani approderanno nel villaggio di Penduli, Bengala, dove un santone insegnerà ad entrambi che il paradiso in terra coincide con la chiara percezione di se stessi e con il rispetto assoluto per la vita umana. Nel frattempo anche Milton ha trovato la sua strada. Dopo una lotta alle unghie con il rivale Bertolo Miao che dà vita a capitoli esilaranti, si è assicurato l’amore e le grazie di una bela gattina. Ha tradotto con cura Lucia Olivieri.

 

LA CITTÀ
– 08/03/2006

 

Lontano dal Paradiso

 

Se la state leggendo, allora vuol dire che questa storia vale la pena di essere raccontata. È quella che fa capolino tra i pensieri di Jonathan, ogni mattina appena si sveglia. Si alza, s’infila in bagno, si dà una sciacquata alla faccia a occhi chiusi. Con le ciglia ancora gocciolanti, scrolla la testa impaziente e si guarda allo specchio. Ed eccola lì, la storia, nei suoi occhi, che ricambia il suo sguardo da miglia e miglia di distanza. È lì quando lui aveva quindici anni, annidata nella sua memoria come un piccolo uovo azzurro in attesa di schiudersi.

 

Sara Buzzurro, SECOLO D’ITALIA
– 14/03/2006

 

Se il noir non si addentra nella giungla mistica

 

 

 

Benedetta Bini, IL SOLE 24 ORE
– 05/03/2006

 

Il destino sulle tracce di Milton

 

 

 

GRAZIA
– 07/03/2006

 

Lontano dal paradiso

 

Jonathan, attore e aspirante regista, parte da Casa Mira, un condominio londinese multietnico, per l’Assam. La giornalista Anjali Mehra viene inviata dalla sua tv di New Delhi proprio nella giungla dell’Assam. E nasce una grande storia d’amore. Che mescola i ritmi baul del Bengala con la poesia di Milton.

 

Marilia Piccone , WWW.STRADANOVE.NET
– 01/03/2006

 

Tra Londra e India

 

PER CAPIRE MEGLIO IL ROMANZO “LONTANO DAL PARADISO” DI ANURADHA MAJUMDAR, È opportuno dire qualcosa sulla comunità internazionale di Auroville, nel Sud dell’India, dove la scrittrice vive da vent’anni: “Auroville vuole essere una cittadina universale, dove uomini e donne di tutti i paesi possano vivere in pace ed armonia, al di sopra di ogni credo religioso, politico e nazionalità. Lo scopo di Auroville è la realizzazione dell’unità umana”.
E’ questa idea di pace, armonia e fratellanza che pervade il romanzo della Majumdar: dov’è dunque il paradiso da cui siamo lontani e che cerchiamo di raggiungere? Il paradiso è il giardino dell’Eden, dove è peccato cogliere una mela? O è un pacchetto di vacanze tutto incluso? Oppure il paradiso è nell’anima? O è un sogno di potere assoluto? E se non è in niente di tutto questo, “da che parte deve rivolgersi l’anima per progredire?”. Sono le domande che si pone il narratore della storia, punto di vista più obiettivo che mai, presenza sornionamente e apparentemente silente per accettare la quale si deve accettare pure la teoria di reincarnazione buddista: è un gatto arancione di nome Milton.

E sì, il gatto Milton fu in passato John Milton, e fu anche il poeta visionario William Blake e il mistico indiano Lalon Fakir, padre spirituale dei baul che credono che l’uomo sia sacro e che ci debba essere una fratellanza tra gli esseri umani al di là di ogni settarismo. Una volta che il lettore accetta questo, si entra direttamente nel romanzo che ha un avvio brillante in una Londra multietnica, dove, nella pensione Mira, alloggiano il protagonista Jonathan Ferry, aspirante regista, il misterioso Christopher Rose, il musicista JJ, e altri ancora, oltre alla padrona della pensione, Miss Brenda. Il motore della storia è una vicenda che Jonathan ha sentito raccontare, che lo ossessiona in sogno e che vorrebbe trasporre in un film: durante la guerra un pilota della RAF e il suo copilota sono precipitati nella giungla dell’Assam.

Di uno di loro si sono perse le tracce, l’altro è sopravvissuto ed è quello da cui Jonathan ha saputo dell’incidente. A questo punto la storia personale di Jonathan e quella del suo sogno si intrecciano con quella di Anjali, la giornalista indiana arrivata a Londra per intervistare lo sfuggente Christopher Rose dalla vita colma di avventure. La via verso il paradiso passa attraverso l’India, dove si recano sia Jonathan sia Anjali, seguendo le tracce del loro passato, e dove incontrano il mitico cantante baul Krishnagopal che offre la risposta per tante domande.
La prima parte di questo romanzo, quella che si svolge a Londra e introduce una miriade di variopinti personaggi, nonché il gatto parlante che cita i versi del “Paradiso perduto” di Milton (ma l’ha scritto lui nell’altra sua vita, dopotutto) e il grasso gatto rivale Bartolomeo, è forse più coinvolgente della seconda, almeno per noi lettori occidentali a cui riesce difficile seguire il misticismo e lo spiritualismo indiano. E tuttavia, proprio in questa seconda parte, ammiriamo alcuni folgoranti passaggi che sono un pensiero confortante anche per noi profani, come quando la valle si tinge d’oro, perché, “quando una grande anima se ne va, lascia dietro di sé la propria luce per noi che restiamo”.
Anuradha Majumdar,Lontano dal paradiso, Ed. Fazi, trad. Lucia Olivieri, pagg.269, Euro 14,50

 

Paolo Bertinetti, DIARIO
– 24/02/2006

 

Shakespeare & Co

 

 

 

Antonella Fiori, D LA REPUBBLICA DELLE DONNE
– 18/02/2006

 

New Age nella giungla

 

Due storie parallele si incontrano in un punto che è anche l’ombelico del mondo: la giungla indiana. Da una parte il sogno: Jonathan Ferry, giovane attore londinese, vorrebbe scrivere un film basato su un’immagine che lo ossessiona sin dall’infanzia, un pilota caduto nella giungla dell’Assam durante la seconda guerra mondiale. Dall’altra la realtà: una giornalista televisiva di Nuova Dehli cerca di intervistare il santone guru inglese che ha fondato, proprio nella giungla di Assam, una comunità mistico politica che crede alla reincarnazione, all’amore, al paradiso in terra. Se si aggiunge che nel romanzo di Anuradha Majumdar la storia è vista anche dal punto del gatto di Jonathan, Milton, reincarnazione del poeta del Paradiso Perduto e che l’autrice è cittadina di Auroville, la comunità internazionale del sud dell’India dove vivono 50 mila seguaci del guru Sri Aurobindo, il cerchio si chiude. Tra Oriente e Occidente, tra utopia ed esperienza unite dalla forza poetica dell’immaginazione contro morte e distruzione. Per la serie: almeno nei sogni; la fantasia li seppellirà.

 

Anuradha Majumdar, IL MESSAGGERO
– 16/02/2006

 

Il segreto è nel canto

 

 

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