Anaïs Nin

Mistica del sesso

COD: 85d8ce590ad8 Categoria: Tag:

Collana:
Numero collana:
11
Pagine:
108
Codice ISBN:
9788881120567
Prezzo cartaceo:
€ 10,00
Data pubblicazione:
01-12-1997

Traduzione di Anna Chiara Gisotti
Prefazione di Gunther Stuhlmann

«Una donna può essere coraggiosa, avventurosa, può essere molte cose insieme. Questa donna nuova che sta nascendo adesso mi ispira profondamente, è meravigliosa. E io la amo».

Mistica del sesso è una raccolta di scritti di Anaïs Nin finora inediti, che vanno dai primi anni Trenta agli anni Settanta. Una parte degli scritti è dedicata alla teoria della letteratura, a come nasce una storia, all’esame appassionato di alcune tra le opere e gli autori più rappresenativi del secolo, da D.H. Lawrence a Freud, a L.A. Salomè a Kafka; parte è invece dedicata alle donne: antesignana del femminismo, la Nin disegna con sorprendente lungimiranza la donna del futuro, quella che lei stessa ha voluto incarnare per tutto l’arco della sua esistenza con i propri libri e le proprie scandalose scelte di vita.

«Opera fondamentale per Anaïs Nin, da far leggere e studiare in quanto in linea con i suoi principi».
Isabella Bossi Fedrigotti, «Il Corriere della Sera»

MISTICA DEL SESSO – RECENSIONI

 

Isabella Bossi Fedrigotti, CORRIERE DELLA SERA

 

LO SCANDALO DI ANAIS UNA VITA SPERICOLATA

 

La vita che ha voluto e in buona parte anche vissuto la scrittrice franco – americana Anaïs Nin è stata una vita spericolata o, almeno, inquieta, come si usa dire parlando di una signora. L’autrice in questione ne ha dato ampia e diretta testimonianza non solo con i suoi turbolenti fidanzamenti (il più importante e il più duraturo dei quali con lo scrittore Henry Miller) ma anche con il suoi sterminato diario, 35.000 pagine, cominciato ad undici anni e mai interrotto, nemmeno un giorno, fino alla morte, avvenuta nel 1977, nonché nell’altro suo maggior testo, “Il delta di Venere”. Un gusto dunque, quello di Anaïs Nin, più in linea con i tempi nostri, con i personaggi nostri che con i suoi; un gusto che la portò, come succede, a privilegiare autori che avessero la sua stessa voglia di vita irregolare, non codificata, non irrigidita dalle morali correnti. In modo particolare Anaïs Nin non si appassionò, considerandolo probabilmente una specie di fratello di sogni, a D. H. Lawrence, al quale dedicò un saggio, apparso per la prima volta su una rivista canadese (“Canadian Forum”) nel 1930, e riunito ora insieme ad altri scritti della Nin in un libro pubblicato dall’editore Fazi col titolo dell’articolo dedicato all’autore de “L’amante di Lady Chatterley”, “Mistica del sesso” (traduzione di Anna Chiara Gisotti). La fratellanza tra i due scrittori riguarda in primo luogo il rifiuto, abbastanza comune a tutti i poeti, di una condotta moderata in generale, e di un amore tiepido in particolare, nonché il desiderio ardentissimo d’un appagamento dei sensi, in tal modo mettendo il sesso al centro dell’esistenza (o della scrittura). E su questa strada, D. H. Lawrence, seppur nato tre decenni prima di lei, forse superò la Nin, teorizzando nel suo romanzo più famoso una prassi che per noi o molti di noi è acquisita e accettata, ma che ai tempi suoi doveva suonare scandalosa e impossibile. Così, mentre fino a non molto tempo fa, e ai primi del secolo a maggior ragione, l’amore doveva in ogni caso, non soltanto per ragioni morali ma anche filosofiche, precedere il sesso, pena il mancato insorgere del sentimento, D. H. Lawrence sostenne il contrario. E come i giovani e anche i meno giovani di oggi finiscono tranquillamente a letto con un partner di loro gradimento due ore dopo averlo conosciuto, senza che questo precluda l’innamoramento, spesso anzi unica strada praticata per giungere a un rapporto sentimentale, così per lo scrittore inglese il guardiacaccia Mellors arriva all’amore passando per il sesso, che diventa dunque il principio di tutto, mistero mistico dell’esistenza. Come poteva l’autrice de “Il delta di Venere” non condividere questa teoria che, per quel che sappiamo, frequentemente, se non costantemente, mise in pratica fin che poté? Non per niente già a 27 anni sognò di esorcizzare la vecchiaia, crudele condizione femminile che non poteva che escluderla dal regno delle passioni sessuali. “Mi sarebbe piaciuto essere per sempre – scrive – una donna di trent’anni, con un grande seno, alta, con i capelli neri, gli occhi delle spagnole e delle orientali e un naso aquilino, la pelle bianchissima, lo sguardo esotico, davvero esperta, autrice di cinque o sei libri, nubile, grande viaggiatrice…”. Il prototipo ideale di donna sensuale, libera, interessante e indipendente. Vita spericolata, dunque, per Anaïs Nin, come ella stessa invocava per sé e per tutti coloro che amava e stimava. “Condicio sine qua non”, secondo lei, per il vero scrittore, come ci ricorda in un altro saggio presente nel libro, “Sullo scrivere”, datato 1947. “Esperienza” è la parola chiave per il narratore, profonda e primitiva esperienza della nascita, del sesso e della morte. E se il romanzo si rivela un fallimento, ciò dipende dalla mancanza di esperienza oppure dalla paura di affrontare la propria storia turbolenta. Per la Nin non esiste insomma l’autore che, intoccato dalla vita, senza mai muoversi dal chiuso della sua linda stanzetta e dalla sua ordinata scrivania, sia capace di inventarsi mille esistenze diverse. Per lei sarà sempre uno scrittore fallito o, almeno uno che mai le verrebbe in mente di leggere. Legge invece, con passione, i suoi sodali, colleghi dalle esistenze tormentate al punto giusto: accanto all’amatissimo Lawrence, ecco Franz Kafka, Henry James, Lou Andreas Salomè, Proust, Colette, Joyce, Karen Blixen, Huxley, Freud e Otto Rank, del quale amò in particolare “La volontà di essere felici”. Opera fondamentale per Anaïs Nin, da far leggere e studiare in quanto, in linea con i suoi principii: l’uomo infelice che si nega il piacere è un uomo che può diventare violento e pericoloso.

 

Alessandra Rota, LEGGENDARIA
– 11/06/1997

Anaïs Nin

Ambiziosa e fragile

 

Ci sono tante Anaïs Nin in ‘Mistica del sesso’, quella che manca di più e forse la più conosciuta, l’Anaïs Nin del sodalizio erotico con Henry Miller, l’autrice scandalosa del ‘Delta di Venere’. Gli scritti raccolti nel piccolo volume (con l’eccezione di rari brani tratti dal suo ‘Diario’, l’opera più corposa della Nin, iniziata quando aveva 11 anni e conclusasi nel 1977 con la sua morte), raccontano invece la donna pubblicata a militante femminista, la suffragetta della letteratura femminile impegnata. Lei, scrittrice d’avanguardia di casi psicoanalitici, spesso bollata come surrealista perché esplorava l’intimità in un’epoca in cui facevano furore i cosiddetti realisti, sosteneva la sua battaglia artistica per un nuovo modo di scrivere: sono i sensi la fonte più ricca della scrittura e quindi il mezzo di comprensione dei loro significati. Gli strumenti dello scrittore non sono l’inchiostro e la carta, ma il suo corpo, la sensibilità dei suoi occhi, del suo cuore. E che lo spirito creativo doveva essere la manifestazione dell’artista Nin lo ripeteva ovunque, come nella cerimonia del 1971, a San Francisco, dove, citando donne famose (la madre di Utrillo Suzanne Valadon, Virginia Woolf, Zelda Fitgerald) in realtà ripercorre le sue esperienze, filtrandole attraverso quello delle altre. Il suo incipit in genere è: ho conosciuto una donna, oppure, conoscevo una donna che cominciò dal nulla, ho imparato molte cose dalle donne… Gli uomini, i grandi nomi della scienza, della filosofia, sono sempre dei ciechi dominatori con la vocazione a schiacciare talenti naturali, naturalmente femminili. Così, nel brevissimo saggio intitolato ‘Lou Andreas – Salomé, la prima donna moderna’, Rilke come Nietzsche e Freud sono figure, seppur importanti e, in qualche modo illuminante, opprimenti e punitive. Ma l’Anaïs Nin più scoperta, quasi fragile è quella del ‘Diario’. In ‘La bambina in giallo’ ammette: “…ho visto una bambina che desideravo avere…Mi dovevano picchiare perché sto cominciando a desiderare di trasmettere la mia vita a qualcun altro. Finora non ho mai voluto figli…Ho desiderato la perfezione e la grandezza, una immensa presunzione, e ora sono schiacciata dal peso della mia ambizione. Vorrei riversare questo fardello su un bambino”. È la stessa Anaïs Nin che affermava: “La storia, come i riflettori di un palcoscenico ha colpito là dove voleva, e molto spesso ha mancato le donne”.

 

Elisabetta Rasy, LA STAMPA
– 06/01/1998

 

La donna del futuro non piacerà agli uomini

Anais Nin, antesignana del femminismo, tra eros e letteratura

Nel novembre del 1934 Anais Nin scrisse due lettere, una al marito Hugh Guiler e l’altra all’amante Henry Miller. Al momento di imbustarle si sbagliò: mise nella busta per Henry la lettera di Hugh e viceversa. Ma aveva anche un terzo amore, lo psicanalista Otto Rank, il quale, presumibilmente estasiato da un simile lapsus, così commentò: “Vuoi dirlo a tutti, desideri che tutti sappiano”. Rank ( cui é dedicato un saggio in “Mistica del sesso”, che raccoglie testi ed inediti della Nin, dai primi anni Trenta fino agli anni Settanta, tradotti da Anna Chiara Gisotti, n.d.r.) aveva ragione. C’é infatti una cifra, un elemento decisivo che ha permesso all’affascinante scrittrice americana di disegnarsi come una novecentesca eroina dell’eros nei suoi romanzi e soprattutto nei fluviali “Diari”. Ed é l’esibizionismo. A proposito di D.H. Lawrence Anais Nin scrive: “Nessuno che sia schiavo del sesso può rappresentarlo in questo modo: lo può fare soltanto chi ha una mente limpida e una fertile immaginazione”. Nenache lei era schiava del sesso e aveva capito che per riscattare la moneta manipolata della sessualità femminile bisognava trasformare la passività in passione esibita. E rappresentare la passione non più ottocentescamente, come una crudele ed ambigua tirannia dei sensi o, freudianamente, come l’effetto di un perfido gioco dei fantasmi e delle pulsioni, ma come “il coronamento della nostra vita umana e immaginativa”. E’ questa diversa poiesis dell’amore femminile e delle sue posizioni e non i tumultuosi intrecci delle sue numerose relazioni che ne fa, tra le scrittrici erotiche del nostro secolo, la regina.

Mistica del sesso - RASSEGNA STAMPA

Libri dello stesso autore

Figli dell’albatros

Anaïs Nin

Traduzione di Martina Rinaldi Djuna è una giovane danzatrice, che vede nella danza l’unica possibilità di riscatto da un’infanzia difficile trascorsa in un orfanotrofio. Ottenuta una borsa di studio per una prestigiosa scuola di ballo di Parigi, inizia a frequentare i caffè di Montmartre,...
VEDI DETTAGLI

La seduzione del Minotauro

Anaïs Nin

A cura di Martina Rinaldi In questo romanzo, finora inedito in Italia, la Nin dà nuovamente voce ai più profondi e intimi sentimenti femminili. E questa volta la protagonista è una donna in bilico fra l'oblio e la consapevolezza, alla disperata ricerca di un più profondo equilibrio. Lillian...
VEDI DETTAGLI

Le quattro stanze del cuore

Anaïs Nin

Traduzione di Martina Rinaldi Un barcone sulla Senna. Un amore assoluto e profondo. Djuna, all’incessante ricerca di sé, e Rango, istintivo e selvaggio chitarrista, vivono l’incanto di una passione senza freni e fuori dal tempo, sempre in bilico tra la realtà e il sogno. Ma una presenza dal...
VEDI DETTAGLI

Scale di fuoco

Anaïs Nin

Introduzione di Viola Papetti Traduzione di Monica Pavani Con una nota di Gunther Stuhl­mann Nella Montparnasse degli anni Trenta, Lillian e Jay si incontrano e intessono una tormentata e ardente storia d’amore. Jay, pittore versatile e dissacrante, rappresenta per Lillian la liberazione dai...
VEDI DETTAGLI

Collages

Anaïs Nin

A cura di Viola Papetti Traduzione di Ma­ria Luisa Minio-Paluello Collages è la storia autobiografica di un amore che, tra desiderio ed esasperata vitalità, segna il destino di Renate e Bruce, i due protagonisti, fino alla soglia di un epilogo folgorante. Sullo sfondo Vienna, il Messico, la...
VEDI DETTAGLI

Privacy Policy   •   Cookie Policy   •   Web Design by Liquid Factory