Pieter Aspe
Sangue blu
Traduzione di Alessandra Liberati
Torna Pieter Aspe, il Simenon fiammingo, con un nuovo thriller ambientato nella sua Burges.
Quello che è Maigret per Parigi e il commissario Brunetti per Venezia, Pieter Van In lo è per Burges, la Venezia del Nord. Insieme al suo assistente, questo commissario ha conquistato milioni di lettori.
Il nuovo romanzo di Pieter Aspe, Sangue blu, è come sempre ambientato tra i vicoli e i canali di una Bruges turistica e piovosa e i suoi immancabili protagonisti sono il commissario Van In e il brigadiere Guido Versavel.
In questa nuova inchiesta Marcus Heydens, un uomo appartenente alla ricca borghesia della città e iscritto alla locale loggia massonica, viene ritrovato impiccato nel salone della sua antica ed eccentrica dimora. Il commissario Van In inizialmente archivia il caso come suicidio, nonostante nessun aspetto della vita di Marcus Heydens giustifichi un tale atto. Ma alcune lettere di minaccia al padre che il figlio della vittima, Valentin Heydens, consegna la sera stessa della tragedia ad Hannelore Martens, sua ex-fidanzata e compagna del commissario, deviano ben presto il corso delle indagini, rivelando l’esistenza di una trama ben più intricata e stratificata. La situazione viene ulteriormente complicata dalle liti e dalle incomprensioni che minacciano il rapporto tra Van In ed Hannelore, la quale deve barcamenarsi, durante tutto il romanzo, tra la gelosia del commissario e la forte attrazione che continua a legarla a Valentin.
Ma poi grazie anche all’aiuto del fido brigadiere Guido Versavel, il commissario Van In tornerà sui suoi passi: avvierà una nuova indagine che lo porterà a scoprire degli inquietanti dettagli della vita privata della vittima. Ancora una volta Pieter Aspe ci regala un thriller ad alta tensione condito però dall’ironia affidata alla dinamica di attriti e riconciliazioni, di recriminazioni e complicità dei due protagonisti principali, Van In e Versavel.
Gli elementi ormai ricorrenti dei romanzi di Aspe, come l’ambientazione di Bruges o la passione del commissario per la birra Duvel o ancora le paste all’uvetta che vendono nella Grand Place sono piccole chicche piacevoli da ritrovare per il lettore che aprirà un nuovo romanzo di Pieter Aspe.
Pieter Aspe è nato a Bruges nel 1953. Ex precettore, fotografo, commerciante di vini, venditore di granaglie e cereali, custode di una basilica, impiegato in un’impresa tessile e lavoratore stagionale per la polizia marittima, ha esordito come scrittore nel 1995 con Il quadrato della vendetta. Nel 2001 ha vinto il premio Hercule Poirot come miglior scrittore fiammingo di gialli. Autore di 32 romanzi, ha venduto in patria oltre 2 milioni di copie.
«Van In ricorda la Petra Delicado di Alicia Gimènez- Bartlett e come lei sa convincere il lettore a seguirlo».
Lara Crinò, D – la Repubblica
«È un po’ Maigret, un po’ Poirot e ha più di qualcosa in comune col tenente Colombo. Ma in fondo il commissario Van In è solo se stesso: un intelligente, sbruffone, attento, perspicace, anticonformista detective che gioca a fare il duro alla Bruce Willis».
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