Tove Ditlevsen
Trilogia di Copenaghen
Traduzione di Alessandro Storti
Prefazione di Claudia Durastanti
La piccola Tove vive con i genitori e il fratello in un quartiere operaio di Copenaghen; non desidera altro che scrivere poesie, ma il padre è convinto che le donne non possano essere scrittrici. È in questa fase che germoglia in lei la sensazione di trovarsi fuori posto che l’accompagnerà per tutta la vita. Abbandonata la scuola molto presto, a quattordici anni Tove compie i primi passi nel mondo del lavoro e assaggia finalmente un’agognata libertà, che porta con sé nuove amicizie e i primi maldestri incontri con gli uomini. Ma lei ha fame di poesia, di amore, di vita vera. E la vita vera comincia: a vent’anni Tove è già una poetessa conosciuta, sta scrivendo il suo primo romanzo ed è la moglie di un editore più grande di lei. Non ha idea di quante battaglie ancora l’aspettino.
Tove Ditlevsen, tra le voci più importanti della letteratura danese del ventesimo secolo, in quest’opera autobiografica racconta la storia di una vita tormentata, costantemente segnata dalla tensione tra la vocazione di scrittrice e il suo ruolo di figlia, moglie e madre. Impeccabile ritrattista di una femminilità punteggiata di chiaroscuri, ci ha generosamente aperto le porte delle molte stanze da lei abitate negli anni, lasciandoci pagine indimenticabili, destinate a restare. Oggi considerata un’antesignana di scrittrici quali Annie Ernaux e Joan Didion, come loro è riuscita a rendere la sua vita un’opera d’arte, trasformando il personale in universale e rivelandoci sempre qualcosa di noi mentre, con una chiarezza e una sincerità cristalline, racconta di sé.
«Quel che conta è che quando scrivo mi sento felice, come sempre. Mi sento felice e dimentico ogni cosa intorno a me».