Sonya Hartnett
Aria
Traduzione di Giuseppina Oneto
Australia, anni Settanta. Arielle, detta Plum, è un’adolescente sgraziata e senza amici. Alle spalle ha una famiglia tutto sommato “normale”: due fratelli maggiori che adora, Cydar e Justin, una madre affettuosa ma non troppo intelligente, un padre tenero e vagamente infelice. Cydar studia all’università «qualcosa che ha a che fare con il microscopio», vive in una specie di dépendance piena di acquari, è caustico, taciturno, riflessivo; Justin, il maggiore dei tre, è invece più distratto, più solare. A un tratto nella vita di Plum irrompe, come un soffio d’aria, Maureen Wilks, la giovane donna che da qualche anno è la loro vicina di casa e che ora pare voglia diventare sua amica. Maureen ha trentasei anni, un figlio di quattro e un marito sempre assente; è bella, sa come ci si vendica, come ci si fa amare. La spinge qualcosa che Plum, smarrita nelle fragilità dei suoi pochi anni, non conosce né può capire. Se vedesse più in là, se riuscisse a intuire, sarebbe forse ancora in tempo. Ma Maureen è mossa da una volontà di vivere ferrea, che non ammette ostacoli.
Aria narra la storia di un mondo nel quale le esistenze sono come uccelli in gabbia, farfalle rinchiuse in un barattolo di vetro. Vite inchiodate alla pagina da una scrittura minuziosa e concreta che lascia sempre intravedere la possibilità di una svolta in nero: perché è evidente che qualcosa di terribile può accadere, sta per accadere, forse accadrà.
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