Robert Silverberg
Il libro dei teschi
Traduzione di Marco Pittoni
Benvenuti alla scoperta di uno dei più grandi e misconosciuti scrittori americani del secondo Novecento, il maestro della fantascienza più letteraria e visionaria, l’uomo che insieme a Philip K. Dick e a Isaac Asimov ha cambiato per sempre i confini di un genere letterario avvicinandolo sempre più alla letteratura tout court, quella che sa parlare ai lettori, attraverso i decenni, dei temi più grandi in modo nuovo e originale.
Il libro dei teschi, il suo capolavoro, narra la storia di quattro studenti di New York che, dopo aver scoperto nei sotterranei della biblioteca dell’università il criptico manoscritto che dà il titolo al libro, si mettono in viaggio verso il deserto del Nevada alla ricerca della Confraternita dei Teschi, una setta millenaria che la tradizione occulta vuole custodisca gelosamente le chiavi per l’immortalità sin dai tempi di Atlantide. Ha così inizio un’avventura on the road verso l’ignoto, che costringerà i ragazzi a confrontarsi con le loro paure e i loro segreti più profondi.
La struttura narrativa – la storia è narrata in prima persona attraverso i punti di vista dei vari personaggi – in un magistrale gioco di specchi psicologico, rivela un po’ alla volta il carattere complesso e profondo dei quattro amici: Eli, ebreo, di buona famiglia, ossessionato dalle lingue morte, crede assolutamente alla veridicità del manoscritto; Timothy, aristocratico, festaiolo, è convinto che sia tutto un gioco; Oliver, ragazzo “contadino” del Kansas, profondamente turbato, ha riposto tutte le sue speranze nella Confraternita e Ned, ex cattolico riscopertosi gay (uno dei primi personaggi gay di rilievo della letteratura fantascientifica) ha un piano tutto suo. Ognuno di loro dovrà intraprendere un dolorosissimo processo alla scoperta di sé, dopo il quale l’impossibile scelta di chi vince e chi perde sembrerà naturale, se non addirittura inevitabile.
Con questo romanzo, vero e proprio capolavoro dimenticato, Fazi Editore ha inaugurato la pubblicazione delle opere letterarie-fantastiche di Robert Silverberg.
– 13/04/2005
Ricercario
A proposito di letture:
“Il libro dei teschi ”
di Brigitte Aubert
quattro amici,
la misteriosa leggenda
di un manoscritto
capace di dare la vita eterna
e una setta di monaci
adoratori di teschi
un viaggio verso un sogno,
una corsa all’utopia
che si trasforma
in ricerca esistenziale
e tentativo di conoscenza
del proprio mondo interiore
Saluti amici,
Ritorno dalla Sicilia con un’altra delle mie scoperte letterarie. “Il libro dei teschi” dell’americano Robert Silverberg (Fazi, pp.251, 15 euro).
E come sempre, sento giusto pagare il debito della mia riconoscenza alla persona che mi ha suggerito la lettura di questo libro: Alessandro, uno dei miei più attenti allievi.
A esser sinceri, il romanzo mi è stato passato qualche giorno prima della partenza: ha viaggiato con me, nella valigia di sempre, sorbendosi il caldo siciliano e alcuni umidi giorni di maltempo che hanno ricoperto di brume lo stretto di Messina.
Negli intervalli tra una lezione e l’altra, ho finito di leggerlo, decidendo di scriverci qualcosa, anche solo un’annotazione, un’impressione.
Quello che non è finito sul diario di bordo, eccolo per i lettori.
Quattro amici, un lungo viaggio, la ricerca di un tempio mitico votato alla religione dei teschi. E la possibilità di partecipare a un rituale che assicuri la vita eterna a due dei ragazzi.
Quattro amici, quattro vite completamente differenti: Ned, giovane e poetico omosessuale dalle origini irlandesi; Oliver, classico ragazzo della campagna americana con tanta voglia di vivere ma un carattere in parte imperscrutabile; Timothy, aristocratico, snob e un pò spigoloso; Eli, infine, ebreo filologo scopritore del manoscritto legato alla leggenda dei teschi.
Un testo antichissimo, una religione perduta nei millenni, e la voglia di partecipare a quel rito capace di cambiare la vita.
Qualcuno, però, dovrà accettare di morire, perché come recita il Nono Mistero: “Il prezzo di una vita deve sempre essere un’altra vita”.
Ha così inizio questa sorta di strepitosa, modernissima fuga “on the road” da un capo all’altro dell’America, filtrata dalle voci degli stessi protagonisti e attenta a non smarrire mai neppure un briciolo dell’emozione, del timore, della fascinazione generali.
La narrazione avanza tra avventure, scambi di battute, sbronze, incontri, amicizie, litigi, messe in discussione reciproche. Il ritmo è sempre elevato, brillante, come la lingua dello scrittore americano, magnificamente tradotta da Marco Pittoni.
Il gruppo si muove lentamente in direzione Arizona, e infine raggiunge realmente il tanto sospirato tempio, innestandosi alla vita, ai ritmi, alle inquietanti abitudini dei monaci che in esso vivono e perpetuano la conservazione dei loro misteri. Lentamente, il romanzo scivola verso registri cupi dando risalto alle sfumature psicologiche della narrazione, e l’attesa del lettore cresce insieme alle pagine, insieme a una soluzione che si prospetta comunque drammatica, dalla quale si fatica ad uscire.
Cari amici, che dire ancora?
Vi dirò solo che una volta iniziato questo meraviglioso romanzo, me lo son trascinato dietro ovunque andassi.
Vi dirò che William Friedkin (per quanto non lo conoscessero il regista de “L’esorcista”) ha già acquistato i diritti per farne un film.
Vi dirò che la scrittura di Silverberg è davvero una radicale discesa al sostrato di un’interiorità in movimento, che si evolve insieme al racconto, che cerca nuove strade e conduce i personaggi a continue maturazioni.
Leggetelo, non aggiungo altro. E magari ne riparleremo insieme.
Breve profilo biografico dell’autore
Robert Silverberg è nato a New York nel 1935. E’ tra gli autori più prolifici, più acclamati e noti nel campo della fantascienza. Recentemente è stato insignito del prestigioso Gran Master Award. Riconosciute da innumerevoli premi le sue opere sono una pietra miliare della narrativa americana degli ultimi cinquant’anni. “Il libro dei teschi” è uno dei suoi capolavori e diverrà presto un film di William Friedkin (il regista de “L’esorcista”).
– 10/01/2005
Robert Silverberg
Silverberg è un classico, la storia personificata della fantascienza degli ultimi 50 anni. Asimov lo incoronò suo erede firmando con lui numerosi romanzi. Il libro dei teschi è il capolavoro che nel 1972 lo rese immortale, portandolo a raggiungere quello che i quattro protagonisti del romanzo rincorrono fino al sacrificio supremo: la vita stessa. Antica ossessione, l’immortalità è alla base di un romanzo che ricalca l’epica delle grandi epopee, dagli Argonauti fino a Gilgamesh, passando perla filosfia della rinuncia al centro della Bhagavad Gita. Ma è anche un classico della narrazione americana: il viaggio, la strada, la fuga verso il deserto, la vita del college e le vacanze. Decifrato un antico libro, quattro studenti si mettono in marcia alla ricerca di un monastero, intraprendendo un viaggio interiore alla ricerca della fede. Silverberg sceglie come voce l’io pensante dei quattro, aiutandoci a capire lo scorrere degli eventi e svelandoci con disincantata spietatezza la reale natura dei protagonisti. Il valore di questo romanzo è l’essere in realtà un vero e proprio saggio di psicologia. Un grande classico, appunto, che sarà presto un film dì William Friedkin (L’esorcista).
– 02/01/2005
Sulle tracce perdute dell’eternità
È possibile che in un antico manoscritto si celi il mistero della vita eterna? Per appurarlo, quattro compagni di college affrontano il lunghissimo viaggio dal Nord degli Stati Uniti ai deserti dell’Arizona. Sono convinti —anche se la fede non è uniformemente distribuita nei membri del quartetto— che da qualche parte, in quell’arido paesaggio, si nasconda un convento che custodisce gli oscuri segreti d’una confraternita di monaci pluricentenari (le
loro ultime tracce si perdono nella Catalogna medievale, ma la loro storia potrebbe essere ancora più antica). Oscillando fra scetticismo, esaltazione e paura i quattro amici si avvicinano a un destino finale che distribuirà le sorti in modo .inaspettato, scompaginando aspettative e pronostici del lettore. Prodotto atipico di un grande vecchio della fantascienza come Robert Sil-verberg, questo inquietante thriller gotico sta per diventare un film diretto da William Friedkin (che firmò L’esorcista).
– 21/12/2004
Il libro dei teschi e un antico segreto
La definizione di un libro non è così importante, per me. The Book of Skull parla di immortalità: dunque, per definizione, è un romanzo di fantascienza, dal momento che l’immortalità è argomento che ricade sotto il dominio di questo genere letterario».
Parla Robert Silverberg, newyorkese, 69 anni, leggenda vivente della scieace fiction, pluripremiato e plurivenduto, autore di titoli amatissimi come Ali nella notte, Mutazione, Torre di cristallo.
Il suo romanzo Il Libro dei Teschi, che Fazi ha appena mandato in libreria nella traduzione di Marco Pittoni risale al 1972 ed era già stato pubblicato due volte in due collane strettamente di genere, Andromeda e i Classici Urania (con il titolo Vacanze nel deserro). Senza, apparentemente, avere molto in comune con i canoni della fantascienza classica: quattro studenti universitari viaggiano verso l’Arizona. durante le vacanze di Pasqua. Eli lo studioso, il bellissimo Oliver che viene dalle campagne del Kansas, l’intellettuale Ned, poeta, omosessuale e codardo, il ricco Timothy. La loro meta, un monastero dove, secondo l’antico manoscritto che hanno scoperto e tradotto, viene custodito il segreto della vita eterna. In quattro è possibile accedervi: ma perche due possano conquistarla, gli altri due dovranno morire. Questo avverrà: ma è difficile esser certi della viitoria dei sopravvissuti.
– 07/12/2004
Cercando l’immortalità:giovani on thè road da New York in Arizona
Cova inestinta la mia vecchia passione per la fantascienza, e basta poco a ravvivare la fiamma; figurarsi la riproposta, da parte di un buon editore come Fazi, del romanzo – che non avevo letto – di un grande della SF come Robert Silverberg: II Libro dei Teschi, già apparso nel 1975 nell’ultimo numero (il 18°) della collana Andromeda e nel 1991, col titolo Vacanze nel deserto, nei Classici Uremia (n. 192). La quarta di copertina della nuova edizione riporta giudizi entusiastici di Erich Holstein, James (ma qui Yames!) Blish e Isaac Asimov. «Dove va Silverberg oggi è dove andrà la fantascienza domani»: che il sommo Asimov si sia espresso in questi termini nei. confronti del proprio alunno (Silverberg ha spesso sviluppato nei suoi romanzi spunti mutuati dalle sue opere) non mi stupisce; dubito però che lo abbia fatto con specifico riferimento a questo romanzo che pochissimo ha di fantascientifico in senso proprio (e nondimeno fu candidato al Premio Ne-bula). Superata la prima delusione, riconosco che si tratta comunque di un’opera notevole, che richiede però di essere contestualizzata negli Usa dei primi Settanta: anni di turbolenza sociale e crisi spirituale, di velleità controculturali e presunte liberazioni.
Racconta, Silverberg, del viaggio (che, da New York all’Arizona, occupa buona parte del racconto) di quattro amici, studenti-universitari, alla ricerca di una comunità che custodirebbe – nientemeno – il segreto dell’immortalità. È stato il filologo Eli (ebreo, ovviamente) a imbattersi, nella biblioteca dell’Università, nel misterioso Libro dei Teschie a decifrarvi la promessa della vita eterna, sia pure a severa condizione: devono, gli aspiranti immortali, formare un «ricettacolo», sapendo però che due dovranno morire, uno ucciso dai compagni, l’altro volontariamente sacrificandosi per i due restanti.
Quartetto assortito, il loro: oltre a Eli, intellettuale inibito, ci sono Ti-mothy, quintessenza del Wosp ricco, fatuo, narcisista; Oliver il campagnolo, un gran fusto incerto del-, le proprie tendenze sessuali e Ned, palesemente gay. Inutile dire che la posta in gioco catalizza le reci-prochetensioni e le intime-rimos-se-pulsioni individuali. In viaggio verso la misteriosa Comunità dei Teschi, ognuno porta con sé – mi si passi il gioco – i propri scheletri nell’armadio.
Il romanzo procede alternando
ciascunodi loro, capitolo dopo capitolo, come io narrante, e non sono belle anime quelle che ci si presentano: il libro di Silverberg è gelido, cinico, sgradevole, e così i suoi personaggi. Per quanto non si scada nella pornografia, il sesso – molto, on thè rood-ha anch’esso un carattere compulsivo, anaflettivo (qualche moto di tenerezza in Eli, e la rivendicazione dell’omosessualità, poco leniscono il senso della nevrosi); il linguaggio è crudamente sboccato;l’amicizia, se di amicizia si può parlare, molto labilmente attenua i quattro egotismi.
Giungono finalmente, i discutibili eroi, al convento nel deserto dell’ Arizona, e sono accolti e sottoposti a un training iniziatico (anche sessuale, vagamente tantrico) dai monaci senza età (secolari, millenari?) che forse custodiscono ricordi di Atlantide. E anche devono confessarsi l’un l’altro, rivelandosi colpevoli di trascorse ripugnanti nequizie. Non dirò ovviamente come il libro finisce. Ma piuttosto esso non finisce, e c’è da chiedersi di che cosa voglia essere allegoria lo scabroso racconto di Silverberg. Sostiene un critico americano che II Libro dei Teschi intendesse stigmatizzare la ricerca di soluzioni all’angoscia esistenziale pervia irrazionale, surrogando la fede (fu in quegli anni che il Times uscì interrogandosi in copertina sulla morte di Dio) con eso-ticheo esoteriche illusioni: e allora il deserto è il punto d’arrivo, o di non ritorno, ma non il luogo di una sperata rinascita (il viaggio si svolge durante le vacanze di Pasqua)?
In ogni caso, II Libro dei Teschi è notevole almeno dal punto di vista della scrittura (e Marco Pittoni Io ha tradotto molto bene): ho apprezzato soprattutto le pagine in cui i dialoghi inclinano al filosofico. o quelle in cui echeggiano testi religiosi (il Dies irae…), o quelle ancora in cui l’autore richiama i propri modelli letterari, da Orizzonte perduto ali’ epopea di Gilgamesh. Fra essi Silverberg non cita il racconto, che si trova nel Talmud e nello Zohar, dei quattro saggi che entrarono in paradiso: ben Azzai, ben Zoma, Elisha ben Abuyah e Rabbi Akiva. Di essi il primo morì, il secondo impazzì, il terzo diventò un eretico; solo Akiba ne uscì immune. Sospetto che Sil-verberg/Eli lo conoscesse bene.
Segnalo ancora che di Silverberg da qualchegiornoè in edicola (Uranio, n. 1492) Pianeta senza scampo: vera, e piacevole, fantascienza avventurosa.
– 19/11/2004
Alla ricerca dell’immortalità trovi te stesso
La riscoperta di un classico della science fiction come Il libro dei teschi si deve alla Fazi, che pubblicherà una serie di opere di Robert Silverberg, scrittore di cui Isaac Asimov disse: «La fantascienza arriverà domani dove Silverberg arriva oggi». Il romanzo narra le vicende di quattro studenti che scoprono un manoscritto nel quale si parla di una setta che custodisce il segreto dell’immortalità. L’awentura alla ricerca della «Confraternita dei Teschi» diviene un viaggio iniziatico per un giovane snob, che prende l’intera vicenda come un gioco, un ebreo, che le attribuisce assoluta veridicità, un ragazzo di campagna, che ne è profondamente turbato, e un cattolico in crisi che ha scoperto la propria omosessualità.
I personaggi intraprendono un doloroso percorso alla ricerca di se stessi, lungo il quale scoprono che ogni gruppo che entra nella setta deve sacrificare la vita di due componenti. Silverberg struttura la vicenda seguendo i differenti punti di vista dei protagonisti, e costruisce un finale mozzafiato: non è un caso che il romanzo sia stato opzionale da William Friedkin per una megaproduzione hollywoodiana. La traduzione è di Marco Pittoni. (antonio monda)