Jacques Chessex
L’orco
Prefazione di Tommaso Pincio
Traduzione di Maurizio Ferrara
L’orco, vincitore del premio Goncourt, è il romanzo di un uomo prigioniero fino all’assurdo, fino all’incubo, di un padre autoritario e tirannico. Chessex trasferisce qui la propria amarezza e il proprio male di vivere in una prosa che alterna alla pienezza degli accenti biblici la grammatica dionisiaca dell’amore: a metà strada tra l’insulto e l’omaggio, tra l’amore e l’odio, questa storia esemplifica e accompagna la discesa agli inferi di un figlio divorato da un padre che ne ha avvelenato la tenerezza dell’infanzia prima, i desideri della giovinezza e della maturità poi.
Jean Calmet, professore di lingua e letteratura latina in un liceo di Losanna all’inizio degli anni Settanta, ha appena assistito alla cremazione del padre, uno dei più stimati medici della città. Le ossa crepitano, il corpo è ridotto in cenere, ma i fantasmi e gli oltraggi del passato tornano a tirannizzare l’inutile, solitario, inquieto antieroe Calmet. Un padre è morto e un figlio disseppellisce la propria vita. L’orco è un omaggio alla sconfitta, all’impotenza e all’odio, nonché una lirica, sconvolgente risemantizzazione della tormentata biografia dell’autore. Perché Jean Calmet è Jacques Chessex. A lui rimanda il nome e la storia di questo figlio sconfitto da un padre che giganteggia sulla vita di entrambi, il personaggio e lo scrittore: un padre ridotto in polvere ma che non concede pace a chi gli sopravvive, non vuole, non può.
Jacques Chessex é nato a Payerne nel 1934, Cantone di Vaud, Svizzera romanda, ed è venuto a mancare il 9 ottobre 2009 a Yverdon-les-Bains mentre teneva una conferenza. Il padre, un professore di Losanna, poi morto suicida, nel 1956 fu accusato di molestie sessuali. Un crimine e un’onta con cui l’autore ha fatto i conti per tutta la vita, fino a renderlo – sia pure in modo simbolico, cifrato – un tema portante della sua intera produzione letteraria. Saggista, critico letterario, poeta, romanziere, scrittore per l’infanzia e, non ultimo, pittore, Jacques Chessex è considerato uno dei più grandi scrittori di lingua francese e il maggiore esponente della scena letteraria svizzera. Nel 1999 è stato insignito del Grand Prix du langage français per l’insieme della sua opera, del Grand Prix du rayonnement français de l’Académie Française e, nel 2007, del Grand Prix Jean Giono, che corona l’insieme dell’opera di un autore di lingua francese che abbia difeso la causa del romanzo. Nel 2002 ha ottenuto dalla Francia la Legion d’Onore. Nel 2009 Fazi editore ha pubblicato Il vampiro di Ropraz (2009).
«Si dice di lui che era un orco, uno scrittore compulsivo, un selvaggio. Perché è il solo scrittore svizzero ad aver vinto il Prix Goncourt, perché fin dalla sua prima opera, nel 1954, non ha mai cessato di scrivere, visto che la scrittura viene a lui come un “obbligo interiore”; e soprattutto perché, all’interno dei suoi testi, Jacques Chessex mescola con poetica irriverenza il sacro e la sessualità femminile, le nefandezze umane e la bellezza della creazione. L’inferno e il cielo. Un mostro della letteratura, Jacques Chessex!».
Le Matin
«Il padre-orco di Chessex è una delle più profonde reincarnazioni del mito e della sua drammaturgia personale».
Daria Galateria, La Repubblica»
– 15/07/2010
L’Orco
– 03/07/2010
Impossibile liberarsi dell’Orco
– 26/06/2010
L’incubo di mio padre
– 08/06/2010
Nell’Orco di Chessex l’ombra del padre che spaventò Kafka
– 17/06/2010
Il ritorno dell’Orco svizzero di Chessex
– 25/05/2010
Scrivere per trovare la distanza dal destino