Orazio

Arte Poetica

COD: e4da3b7fbbce Categorie: , , Tag:

Lettera ai Pisoni

Collana:
Numero collana:
1
Pagine:
240
Codice ISBN:
8881120003
Prezzo cartaceo:
€ 12,00
Codice ISBN ePub:
9788864119915
Prezzo eBook:
€ 4.99
Data pubblicazione:
01-01-1995

Questo è il primo libro pubblicato dalla Fazi Editore

A cura di Claudio Damiani
Traduzione e note di Giacomo F.Rech
Con interventi di autori contemporanei
Testo latino a fronte

L’Arte Poetica viene qui presentata in una nuova traduzione di Giacomo F. Rech, intorno alla quale si concentra un lavoro critico a più voci: nella seconda parte del volume un gruppo di autori contemporanei si confronta con il testo oraziano, mettendolo in relazione con il tessuto più vivo della poesia contemporanea.
“Se l’arte manca, la paura dell’errore porta a un difetto. Voi che scrivete, scegliete una materia adatta alle vostre forze e provate a lungo che cosa le vostre spalle rifiutino, che cosa possano sostenere. Chi avrà scelto un argomento adeguato alle proprie forze avrà felici tantissime parole e limpida armonia”.

ARTE POETICA (LETTERA AI PISONI) – RECENSIONI

 

A. Ferrua, LA CIVILTÀ CATTOLICA
– 09/02/1995

Quinto Orazio Flacco

Arte poetica (Lettera ai Pisoni)

 

C. Suetonius Tranquillus ha scritto una vita di Orazio intorno al 155. Orazio è nato a Venosa il 65 a.C., fece buoni studi, combatté senza onore con i repubblicani a Filippi nel 42 e poi si trasferì a Roma, ove cominciò a scrivere epòdi e satire e coltivò l’amicizia con Virgilio, che lo presentò a Mecenate e questi ad Augusto. trascorse una vita tranquilla da buon seguace di Epicuro, tra la città e la campagna, e morì nell’8 a.C., lasciando i suoi beni ad Augusto, che gli fece funerali solenni. Scrisse epòdi, satire, odi e poi epistole: nel 17 fu incaricato da Augusto di comporre il “Carmen Saeculare”. Ultima nelle edizioni è l’epistola ai Pisones di 476 esametri, diretta a due giovani figli di L. Calpumius Piso Pontifex, console nel 15 a.C. Ma nei manoscritti si trova in generale dopo i “Carmina” e poche volte dopo gli epòdi e il “Carmen saeculare”. E’ detta “Art poetica” solo da Quintiliano in poi. Fu in passato ritenuta scritta verso il 15 a.C., ma ora il Rech per gravi ragioni stima con altri che Orazio la compose nel 10 a.C., poco prima della morte. Ai due giovani Pisoni, che a quanto sembra erano ammiratori e seguaci dei “poetae novi”, Orazio descrive, con impegno non meno che con garbo e talora quasi sorridendo, la sua fede nell’estetica tradizionale classicistica e del buon senso, in connessione con i trattatisti greci del bello letterario, ma con evidente indipendenza. In questo nuovo libro sull’ “Arte poetica” di Orazio, Giacomo F. Rech ce ne dà dapprima, da p. 10 a p. 43, una nuova sua traduzione italiana nelle pagine dispari, messa di fronte al testo latino delle pagine pari: una traduzione tra seria e d elegante, conforme al tono piacevole e familiare del testo oraziano. Seguono nelle pp. 45-81 note e chiarimenti a vari passi del testo oraziano, con una breve vita di Orazio ben aggiornata e una notizia storico-letteraria sull’ “Arte poetica” e la sua tradizione. Seguono nelle pp. 85-229 tredici componimenti di tredici autori diversi (tra cui ritorna Giacomo F. Rech) sopra questo stesso tema dell’ “ Ars poetica” di Orazio. Non è, mi pare, che vogliano insegnare ancora qualche cosa a Orazio e a noi “Pisoni”, ma che si sforzino di far sentire e gustare tante cose diverse, che forse a noi lettori poco attenti o magari frettolosi, erano quasi sfuggite, o ci avevano quasi solo toccati. Che cos’è quel quadrangoletto a colori che adorna la facciata della copertina? E’ un centaurino ladro di uva di Yuri Rodekin. C. Suetonius Tranquillus ha scritto una vita di Orazio intorno al 155. Orazio è nato a Venosa il 65 a.C., fece buoni studi, combatté senza onore con i repubblicani a Filippi nel 42 e poi si trasferì a Roma, ove cominciò a scrivere epòdi e satire e coltivò l’amicizia con Virgilio, che lo presentò a Mecenate e questi ad Augusto. trascorse una vita tranquilla da buon seguace di Epicuro, tra la città e la campagna, e morì nell’8 a.C., lasciando i suoi beni ad Augusto, che gli fece funerali solenni. Scrisse epòdi, satire, odi e poi epistole: nel 17 fu incaricato da Augusto di comporre il “Carmen Saeculare”. Ultima nelle edizioni è l’epistola ai Pisones di 476 esametri, diretta a due giovani figli di L. Calpumius Piso Pontifex, console nel 15 a.C. Ma nei manoscritti si trova in generale dopo i “Carmina” e poche volte dopo gli epòdi e il “Carmen saeculare”. E’ detta “Art poetica” solo da Quintiliano in poi. Fu in passato ritenuta scritta verso il 15 a.C., ma ora il Rech per gravi ragioni stima con altri che Orazio la compose nel 10 a.C., poco prima della morte. Ai due giovani Pisoni, che a quanto sembra erano ammiratori e seguaci dei “poetae novi”, Orazio descrive, con impegno non meno che con garbo e talora quasi sorridendo, la sua fede nell’estetica tradizionale classicistica e del buon senso, in connessione con i trattatisti greci del bello letterario, ma con evidente indipendenza. In questo nuovo libro sull’“Arte poetica” di Orazio, Giacomo F. Rech ce ne dà dapprima, da p. 10 a p. 43, una nuova sua traduzione italiana nelle pagine dispari, messa di fronte al testo latino delle pagine pari: una traduzione tra seria e d elegante, conforme al tono piacevole e familiare del testo oraziano. Seguono nelle pp. 45-81 note e chiarimenti a vari passi del testo oraziano, con una breve vita di Orazio ben aggiornata e una notizia storico-letteraria sull’ “Arte poetica” e la sua tradizione. Seguono nelle pp. 85-229 tredici componimenti di tredici autori diversi (tra cui ritorna Giacomo F. Rech) sopra questo stesso tema dell’ “ Ars poetica” di Orazio. Non è, mi pare, che vogliano insegnare ancora qualche cosa a Orazio e a noi “Pisoni”, ma che si sforzino di far sentire e gustare tante cose diverse, che forse a noi lettori poco attenti o magari frettolosi, erano quasi sfuggite, o ci avevano quasi solo toccati. Che cos’è quel quadrangoletto a colori che adorna la facciata della copertina? E’ un centaurino ladro di uva di Yuri Rodekin.

Arte Poetica - RASSEGNA STAMPA

Libri dello stesso autore

carpe diem

Carpe diem

Orazio

A cura di Giovanni Ricciardi Quasi tutti conoscono almeno un verso di Orazio, il grande poeta latino, uno dei più grandi di tutti i tempi: se non altro, il famosissimo e universale carpe diem. Pochi hanno avuto invece l’opportunità di leggerlo e goderne, se non sudando sul latino dei banchi...
VEDI DETTAGLI

Privacy Policy   •   Cookie Policy   •   Web Design by Liquid Factory