Károly Pap
Azarel
Introduzione di Moni Ovadia
Traduzione di Andrea Rényi
Con un saggio di János Köbányai
Tra Gyuri e la sua famiglia l’incomprensione è totale. Allevato secondo i principi della Torah, e in un totale isolamento dal nonno Geremia, un rabbino ultraortodosso convinto che il contatto con i “pagani” contribuirà a «bruciare il popolo ebraico nel forno dell’esilio» – parole terribilmente profetiche in un libro pubblicato per la prima volta nel 1937-, solo alla morte del vecchio il bambino torna dai genitori. Intelligente e fragile, Gyuri ben presto avverte il contrasto tra il modo in cui era vissuto fino ad allora, incentrato su una fede primitiva e assoluta, basata sulla verità e sulla purezza, e la nuova realtà, fatta di una religione ipocrita e di continui compromessi col mondo moderno. Inizia così a mettere in atto una ribellione che si fa sempre più scoperta. Nulla e nessuno si salva dalla sua analisi spietata e dissacrante e dalle sue continue provocazioni, mentre con la sua veemente logica infantile fa a pezzi il mondo degli adulti. Alla fine, incapace dell’obbedienza che il padre si aspetta da lui, Gyuri fugge di casa, mendica per le strade e precipita in una profonda forma di eccitazione che lo porta a rasentare la follia.
Scritto con una sensibilità che riecheggia Isaac Babel e Henry Roth, Azarel è una storia realistica e potente che ci racconta la vulnerabilità e gli eccessi dell’animo infantile, il contrasto tra fede e libertà, la ricerca disperata di quell’amore che non sarà mai trovato.
«Se le culture assomigliano alle persone, nascono, crescono, fioriscono e muoiono – ci possono essere intensi episodi visionari nel corso simili a febbri. All’inizio del ventesimo secolo la cultura ebraica dell’Europa dell’Est deve aver avuto una simile febbre per produrre opere letterarie come quelle dei due Singer, di Chaim Grade, o quelle meglio conosciute di Kafka e Bruno Schulz. Ora possiamo aggiungere l’ungherese Kàroly Pap a questa luminosa lista».
Los Angeles Times
«In poche altre opere letterarie troviamo una descrizione tanto affascinante dell’animo infantile. Se il lettore vuole sapere cosa ha perduto diventando adulto, queste pagine gli danno la risposta».
El País
«Azarel è nel contempo terrificante e bellissimo».
New York Times
«Azarel è intenso, perfino inquietante di certo una lettura che non si dimenticherà facilmente».
The Jerusalem Post
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