Felipe Benítez Reyes

Il mercato dei miraggi

COD: 35cf8659cfcb Categoria: Tag:

Collana:
Numero collana:
130
Pagine:
448
Codice ISBN:
9788881128754
Prezzo cartaceo:
€ 18,00
Data pubblicazione:
18-10-2007

Traduzione di Ursula Bedogni

«Il più grande falso immaginabile è la realtà: il miraggio di un miraggio di un miraggio riflesso nello specchio sprofondato in un lago trasparente».

Per Jacob e zia Corina è giunta l’età della pensione. Ma di fronte all’incarico più strampalato della loro carriera di ricettatori d’arte non sanno rifiutare: rubare le presunte reliquie dei Re Magi custodite nella cattedrale di Colonia. Tra carambole, prismi, falsi d’autore e furti d’arte, i due s’imbattono in una serie infinita di maghi e impostori, mercanti di storie e collezionisti di assurdità, collaboratori improbabili e fanatici satanismi, scrittori falliti e romantici incalliti. Parodia esilarante e demolitrice del thriller esoterico e di una certa letteratura fantastorica e pseudoesoterica oggi tanto in voga, il nuovo romanzo di Felipe Benítez Reyes è anche un viaggio inaudito attraverso i diversi generi letterari, dal comico al poliziesco: un romanzo divertente e mistificatore, capace di svelare ai lettori le trappole e i meccanismi dell’immaginazione e quel bisogno costante di inventarsi la vita ogni giorno.
Vincitore del prestigioso premio Nadal, Il mercato dei miraggi è stato per mesi in cima alle classifiche spagnole, e Benítez Reyes si conferma come uno dei più amati e vertiginosi inventori della nuova narrativa spagnola.

«Tra tutti gli scrittori spagnoli della sua generazione Felipe Benítez Reyes è di certo il più brillante, il più originale, il più invidiato».
Almudena Grandes
 
«Il mercato dei miraggi è una parodia spassosa e devastante dei romanzi esoterici, della loro truculenta e dei loro particolari strampalati».
El País
 
«Una diagnosi geniale della fragilità del pensiero, delle trappole dell’immaginazione».
La Vanguardia

IL MERCATO DEI MIRAGGI – RECENSIONI

 

Bruno Arpaia, IL SOLE 24 ORE
– 23/03/2008

 

Ironia con tinte noir

 

 

 

Ruggero Bianchi, TTL – LA STAMPA
– 19/01/2008

 

Le reliquie dei magi

 

 

 

LA NUOVA FERRARA
– 07/01/2008

 

Furto d’arte dei Re Magi

 

 

 

Tiziana Merani, FLAIR
– 01/01/2008

 

Per sorridere

 

 

 

David Fiesoli, IL TIRRENO
– 15/12/2007

 

Sotto l’albero – I libri

 

 

 

Gianfranco Franchi, LANKELOT.EU
– 10/12/2007

 

Felipe Benítez Reyes – Il mercato dei miraggi

 

Lankelot.eu

Picaresca e febbrile, la prima indovinata parodia della narrativa thriller fantastorica e paraesoterica è inevitabilmente spagnola: il cavaliere che fece l’impresa è Felipe Benítez Reyes, letterato classe 1960. L’artista rivela la matrice prima, la novela cervantina, in una breve intervista pubblicata da “El Confidencial” nel gennaio 2007: “Cervantes parodia la novela de caballerías, porque la gente las adoptaba como realidad, y en la actualidad está sucediendo lo mismo que en la época de Cervantes, pues los lectores de las novelas de intriga esotérica no las leen como obras de ficción, sino como verdades históricas”: ne deriva, dopo anni di lavoro, questo spiazzante “Il mercato dei miraggi”, narrazione della sfortunata impresa di Jacob e zia Corina, bizzarri e stravaganti ricettatori d’arte, impegnati a esaudire una commissione di tutto sospetto: il furto delle reliquie dei sedicenti Re Magi, a Colonia, contenute nel più grande sarcofago d’Europa. Non mancheranno acute ricerche filologiche: al termine, i tre “(…) Ormai per noi erano come dei bambolotti automatici, piccole figure articolate che avanzavano per terre impervie e straniere, con i capelli terrosi, in sella a quadrupedi sudati. Quei nomadi lunatici possedevano ormai delle ossa e un cuore palpitante, e occhi fissi al cielo stellato” (p. 71; sulla questione si vedano le pp. 66-73, apprezzando la notevole documentazione).

 

Secondo il critico Mario Turello (cfr. “Messaggero Veneto” del 15-11-2007, p. 17), il nucleo narrativo “si fa beffe in particolare del romanzo di James Rollins, La mappa di pietra (in Italia per l’editrice Nord), in cui la stessa operazione viene compiuta da criminali che, travestiti da monaci, entrano nel duomo durante la messa dell’Epifania, ammazzano il celebrante, forzano la teca, cacciano le reliquie (in realtà, si tratta di oro, in un singolare stato fisico) in un sacco, sparano in testa al vescovo, mentre tutt’intorno quelli che hanno fatto la comunione muoiono in un modo raccapricciante, perdendo sangue dagli occhi e fumo dalla bocca e gli altri vengono crivellati di colpi” – prendiamo atto della congettura di Turello: si direbbe plausibile, forse proprio per questa dichiarazione dello scrittore spagnolo: “Alrededor de cuatro años entre idearla y escribirla”, che non esclude, quindi, la possibilità di una lettura in itinere di “Map of Bones” (2005) .

 

Narratore in prima persona è Jacob, nomen sintesi postmoderna di Genesi e psichedelia; cambiò nome in gioventù, quando vide Dio salendo per la scala di Giacobbe, mentre ascoltava stupefacente prog in compagnia di magnifici sodali. Crebbe ascoltando storie sulle chimere degli alchimisti, e sulle origini del mito di Ermete. Figlio di un erudito errante, mercante d’arte, favoloso illusionista della documentazione apocrifa (p. 18), Jacob è un ricercatore perplesso, caotico, estraneo a ogni metodo. Queste le dinamiche-cardine del suo pensiero:

 

“(Scusate, per favore, la digressione: il mio pensiero è d’indole traslata. Ha la tendenza a trasformare una linea retta in un arabesco. E, appena può, un triangolo in un rocaille. Un sillogismo lo tramuta in una cornucopia. Per il mio pensiero, un punto e a capo può essere un abisso. Dei puntini di sospensione un infinito). (E a volte mi fa molto male la testa). (Ma non succederà più). (Almeno spero)” (p. 14).

 

Qualcosa del genere. Zia Corina è di origine rumene. Figlia di contadini pronti ad affidarla a diversa e migliore sorte in tenera età, buona cuoca e lettrice fortissima, poliglotta e giocatrice di qualunque cosa, ha la tendenza a viaggiare ibridando alcol e anfetamine. È la guida migliore che Jacob poteva domandare al suo destino. Lucida come il sogno d’un prisma teologico – il sogno di Sam, uno dei comprimari di lusso dell’opera.

 

***

 

 

“Il mercato dei miraggi” è, nell’interpretazione dell’art director Maurizio Ceccato, una Monna Lisa rovesciata: il pattern à la Dan Brown viene felicemente ridicolizzato e restituito a una più terrena e apprezzabile (ir)razionalità, giocando esattamente con le sue stesse armi; la commistione dei generi, l’alterazione fiabesca della religione, l’indagine disarticolata dalla realtà. Felipe Benítez Reyes calibra con intelligenza e chiara ostilità alla linearità un’avventura che, attraverso incontri con tutta una serie di figure più o meno esecrabili – astuti satanisti, scrittori dalla musa schizzata, oscuri doppiogiochisti, committenti dei committenti, antichi e talvolta presunti amici del padre di Jacob, spettri fulcanelliani – accompagna ad amare consapevolezze:

 

“Oltretutto, a questo punto della vita, i misteri diventano dei fallimenti della ragione perché uno ha già l’età per capire che nel nostro mondo non ci sono misteri, ma tutto è un mistero insondabile, una matematica fantasmagorica, un meccanismo incomprensibile seppur perfetto: l’algebra del senza perché. I piccoli misteri che ci affascinano o che ci tormentano non sono altro che parodie del grande mistero fondamentale: il mistero sconcertante di vivere in un universo che cerchiamo di interpretare con l’aiuto di una mente che non riesce nemmeno a interpretare se stessa” (p. 114).

 

Amarissimo e delirante, stravagante e caustico, Reyes demistifica le illusioni e i letterari miraggi del nostro tempo precipitando in una narrazione convulsa e aritmica, felicemente nebulosa e artefatta. L’impatto è piacevole, l’impresa riuscita; restituirà forse più d’un lettore a quel disincanto che ci evita di confondere ingenuamente la fantasia con la realtà; e che quantomeno non ci rinnova, periodicamente, in donchisciottesche imprese.

 

“Una vita non è una storia, ma una cosa ben diversa: ogni vita è molte storie. Troppe forse. E troppo stravaganti nella loro apparenza, sebbene tutto, alla fine, riveli un’armonia alquanto terribile: è la tua stupida avventura. La tua vita con i suoi incomprensibili errori di copione” (p. 25).

 

ADNKRONOS CULTURA
– 24/11/2007

 

L’ULTIMA MISSIONE DI JACOB E CORINA

 


Roma, 24 nov. – (Adnkronos/Adnkronos Cultura) – Jacob e Corina sono giunti finalmente all’eta’ della pensione. Dopo aver lavorato per tutta la vita vogliono riposarsi senza pensare piu’ ai tanti obblighi che hanno costellato la loro esistenza. Per tanto tempo hanno ‘campato’ sulle spalle degli altri ‘lavorando’ come ricettatori d’arte. Eppure, ricevono un incarico al quale davvero non possono rinunciare. Si tratta, forse, del loro ultimo impegno. A Jacob e Corina, infatti, viene chiesto di rubare le presunte reliquie dei Re Magi conservate nella grande cattedrale di Colonia. E’ questo lo spunto dal quale prende le mosse lo scrittore spagnolo Felipe Bernitez Reyes per costruire il suo libro ”Il mercato dei miraggi”, pubblicato dalla casa editrice Fazi.

Jacob e Corina, dunque, iniziano con la solita accortezza la loro ultima missione. Mano a mano, si rendono conto che la loro avventura e’ complicata, ricca di insidie e difficolta’. I due protagonisti del libro, infatti, si lasciano coinvolgere da un giro molto vasto animato da maghi e impostori, falsi d’autore, mercanti di storie e collezionisti d’assurdita’. Prima di dare corso al suo racconto, pero’, Jacob si presenta ai suoi lettori. ”Mi chiamo Jacob – scrive – ma non e’ il mio nome, logicamente. Per voi, comunque, saro’ Jacob: la maschera di un nome. Vi sembrera’ bizzarro, ma il fatto che mi chiamino Jacob ha a che fare con la psichedelica e con libro della Genesi, come mi prendo la licenza di spiegarvi”. D’altra parte, l’avventura di Jacob e Corina offre la possibilita’ a Reyes di mettere in scena una parodia esilarante dei thriller esoterici. Al tempo stesso, poi, viene rappresentato un viaggio attraverso diversi generi letterari, dal comico al poliziesco. In realta’, la storia si presenta come un romanzo divertente e mistificatore, capace di svelare i trucchi che vengono usati dagli scrittori per proporre le loro presunte verita’.

 

Mario Turello, MESSAGGERO VENETO
– 15/11/2007

 

Le reliquie dei Magi: fantastoria in caricatura

 

 

 

GIUDIZIO UNIVERSALE
– 01/11/2007

 

e inoltre… libri

 

 

 

p.c., IL VENERDÌ DI REPUBBLICA
– 26/10/2007

 

Chi rovescia Dan Brown, a partire dalla Gioconda

 

 

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