Shifra Horn
Quattro madri
Traduzione di Sarah Kaminski
Quattro madri racconta la storia di quattro generazioni di donne durante l’ultimo secolo a Gerusalemme. Amal, appartenente alla quinta generazione, è disperata poiché il marito, dopo la nascita del primo figlio, se n’è andato senza lasciare traccia. Al contrario sua madre, sua nonna e sua bisnonna si rallegrano dell’evento: la nascita di un maschio sano significa, infatti, che la lunga maledizione che pesava sulla loro stirpe è finita e non ci sarà più nessuna figlia femmina a ereditarla. Per consolarla, le donne raccontano ad Amal la storia di questa maledizione e la rassicurano sul suo destino e su quello di tutta la famiglia. Una famiglia di donne straordinarie: Mazal, l’orfana, dal cui matrimonio segnato dalla sciagura prende il via la maledizione; la bellissima Sarah, sua figlia, dai bei capelli dorati simbolo del suo potere taumaturgico; la figlia di Sarah, Pnina Mazal, la cui capacità di conoscere i pensieri degli altri è fonte insieme di gioia e dolore; e infine Gheula, madre di Amal, un’idealista dall’intelligenza penetrante, pronta a impugnare la causa di ogni diseredato. Epico, commovente e appassionante, Quattro madri, che ha per sfondo le tormentate vicende della Palestina e dello Stato di Israele, è un capolavoro narrativo, misterioso e fantastico, ricco di realismo magico da fiaba e di folclore da leggenda.
Quattro madri è il primo e più importante romanzo di Shifra Horn, un’autrice pluripremiata di fama internazionale: una grande voce femminile che racconta il suo Israele.
«Folclore, mistero e fantasia si mescolano con cent’anni di storia».
«The New York Times Book Review»
«Dalla Persia a Gerusalemme, attraverso quattro generazioni tutte femminili, nel libro di Shifra Horn, Quattro Madri: un romanzo di costume denso di “materialità” e fitto di voci e suggestioni».
«TTL – La Stampa»
«Quattro madri racconta un universo tutto al femminile in un intreccio narrativo visionario e sensualissimo che sembrerebbe avvicinare la scrittrice al mondo latinoamericano della Allende e di Márquez. Si svela invece, pagina dopo pagina, una dimensione intimamente ebraica, intrecciata di tradizioni e ritualismi orientali, che sconfinano in esiti surreali di grande suggestione».
«Libero»