Léo Malet
Nestor Burma e il mostro
Traduzione di Federica Angelini
È agosto e all’Agenzia Fiat Lux non si muove foglia. Nestor Burma si ritrova senza molto da fare: subisce l’agguerrita concorrenza di un ambizioso giornalista che, grazie alle sue inchieste, cerca di offuscare la sua fama e di rubargli il titolo di detective più geniale di Parigi. Così, quando un giovane gangster quindicenne, capo di una banda di adolescenti che in periferia ha monopolizzato la distribuzione dei quotidiani, si presenta alla Fiat Lux con la notizia della morte sospetta di due suoi sottoposti, Burma non si lascia sfuggire l’occasione. Dei due ragazzini, uno sembra essere morto di morte naturale, mentre l’altro – si scoprirà – è stato avvelenato con dei cioccolatini ripieni d’arsenico. Li aveva portati a casa il padre, Frédéric Tanneur, tassista ubriacone dal torbido passato, su cui cadono subito i sospetti. Ma con l’entrata in scena del medico incaricato di una delle autopsie e dell’affascinante mademoiselle Larcher, Burma dovrà fare attenzione a non confondere vendette tra malavitosi e delitti sentimentali, sconfiggendo la concorrenza per riconquistarsi il titolo di detective capace di «mettere ko il mistero».
Un Nestor Burma in gran forma, in questa nuova avventura scoppiettante e ritmata, divertente e ricca di suspense, che certo non lascerà delusi i fan.
«Maestro del noir, Malet è giudicato, non a torto, migliore di Simenon».
Corrado Augias
«Malet è, giustamente, ritenuto fra le voci più alte del noir francese».
Giancarlo De Cataldo
«Lo stile di Malet è quello dell’unico vero maestro del polar».
Gianni Mura, «la Repubblica»
«Uno dei detective più riusciti del noir novecentesco. Un classico. E basta».
Fabrizio d’Esposito, «il Fatto Quotidiano»
«Solo da morto gli fu tributata la caratura letteraria che si meritava, non inferiore a quella di Simenon».
Bruno Ventavoli, «TTL – La Stampa»