Hilary Mantel
La storia segreta della Rivoluzione francese
Volume unico
Traduzione di Giuseppina Oneto
Uno dei primi capolavori di Hilary Mantel, la regina del romanzo storico due volte vincitrice del Booker Prize, viene pubblicato per la prima volta in Italia in un volume unico. La storia segreta della Rivoluzione francese è un viaggio attraverso un’intera epoca, ma anche la magistrale prova d’autore di una scrittrice che del talento di cucire la grande Storia con le storie più intime e private dei suoi personaggi ha fatto la propria, inconfondibile cifra stilistica.
Parigi, 1784. Pochi anni prima della Rivoluzione. Camille è un giovane avvocato smaliziato e dalle idee stravaganti, un enfant terrible attorno al quale si affollano pettegolezzi di ogni genere; Georges-Jacques, anche lui avvocato, è un colosso dal viso sfregiato accanto al quale gli altri uomini appaiono piccoli, deboli, sottomessi; Maximilien è un giovane procuratore sempre dalla parte degli oppressi. Gli amici li chiamano per nome, ma nei tribunali sono conosciuti come Desmoulins, Danton e Robespierre. Nati in provincia da famiglie che li avrebbero voluti sistemati con un matrimonio combinato e una vita convenzionale, ma decisi a non accontentarsi, i tre sono riusciti a completare gli studi e ad arrivare a Parigi, dove proprio in quegli anni «tutte le persone giuste si stanno radunando». Centro del mondo per eccellenza, la Parigi del 1784 è il luogo dove si decidono le sorti dell’intera Francia, ma anche una città in cui i poveri muoiono di fame e i cadaveri giacciono ammucchiati agli angoli delle strade. Una città tesa fra l’austerità dell’ancien régime e l’idea di un mondo nuovo e più giusto come quello che i giovani discutono nei caffè e nei circoli. E in questo clima, mentre il malcontento inizia a fermentare in tumulti e improvvisi scoppi di violenza, saranno proprio Robespierre, Danton e Desmoulins a incarnare le speranze di un’intera generazione e a legare il loro destino di eroi tragici alla Rivoluzione, ignari del fatto che le forze che contribuiranno a liberare cambieranno il mondo ma distruggeranno le loro vite.
«Cerca di non essere offensivo. Gli piace ritenersi di natura ragionevole e conciliante. Riesce a sottrarsi, a tergiversare, a sfuggire al problema. A sorridere in modo enigmatico e rifiutare di strigliare ambedue le parti. A cavillare e insistere sull’interpretazione delle parole. È un modo per guadagnarsi da vivere, si dice; ma non lo è. Infatti poi arriva la domanda esplicita, l’unica scelta fra due possibilità: vuoi una rivoluzione, M. de Robespierre? Sì, maledetti, maledetti tutti, la voglio, ne abbiamo bisogno e l’avremo».