Dawn Powell

Un tempo per nascere

COD: e44fea3bec53 Categoria: Tag:

Collana:
Numero collana:
95
Pagine:
318
Codice ISBN:
9788881126361
Prezzo cartaceo:
€ 16,00
Data pubblicazione:
23-06-2005

Traduzione di Adelaide Cioni

In un momento cruciale della storia, prima dell’attacco a Pearl Harbour e dell’entrata in guerra degli Stati Uniti, Amanda Keeler ha saputo farsi strada con spregiudicatezza nel jet set newyorkese accaparrandosi Julian Evans, proprietario di una importante catena di giornali. Modello incontrastato di bellezza e intelligenza, Amanda ha saputo buttarsi alle spalle un umile passato di provincia per conquistarsi il trono del potere sociale e mediatico. Ma sarà proprio da Lakeville, il paesino dell’Ohio in cui è nata e cresciuta, che arriverà la sua fine: una vecchia amica, la dolce e timida Vicky Haven, impacciata e insicura, giunge a New York per sfuggire alle proprie sfortune in amore, e Amanda cerca di usarla per nascondere la propria relazione con un vecchio innamorato, Ken Saunders. Niente di più sbagliato: Amanda, convinta di avere il controllo totale su se stessa, sugli altri se non addirittura sul fato, dovrà scontrarsi con una realtà ben diversa…

Con straordinaria maestria e al tempo stesso con un’ironia e un senso dell’umorismo travolgenti Dawn Powell ritrae personaggi e situazioni irresistibili, sorprendendoci con la sua capacità di mettere a nudo i meccanismi più reconditi che muovono la psiche umana. Di questo libro Anjelica Huston ha acquistato i diritti cinematografici.

«La mia autrice preferita».
Ernest Hemingway

«Dawn Powell è la nostra migliore scrittrice. Prima o poi si trasformerà da autrice di culto a religione di massa. Un tempo per nascere è un libro che merita di essere citato non per singole frasi ma per pagine intere».
Gore Vidal

UN TEMPO PER NASCERE – RECENSIONI

 

Maria Serena Palieri, L’UNITÀ
– 13/02/2006

 

Due rivali a Manhattan

 

 

 

Federico Confalonieri, LABEL
– 01/11/2005

 

Un tempo per nascere

 

C’è la convinzione diffusa più di quanto si possa immaginare, che una donna non sia in grado di raggiungere le vette sublimi dell’immortalità letteraria. Credenza dovuta a diversi fattori e sicuramente legata a un certo tipo di letteratura “rosa” che in passato ha goduto di una buona diffusione popolare e che in qualche modo ora è rimpiazzata dalle Melissa P., dai I love Shopping, ma anche dalle Guie Soncini, quest’ultime dotate di un discreto talento sprecato in inutili frizzi e lazzi. Il caso della scrittrice Dawn Powell è un’ ulteriore dimostrazione di quanto queste teorie siano del tutto fuori luogo. Per lei non si può che provare un’ammirazione assoluta –per sensibilità, humor e talento narrativo- capace com’è di descrivere qualsiasi moto dell’animo umano con una profondità destinata a essere attuale in ogni epoca, comprese quelle future.
Nata nel 1896, Dawn Powell è stata riscoperta recentemente da Gore Vidal e, in Italia, riproposta da Fazi. La storia di Un tempo per nascere si svolge a New York all’inizio degli anni’40. Gli Stati Uniti stanno per entrare in guerra a fianco dell’Inghilterra, duramente provata dagli attacchi di Hitler. In questo contesto storico che funge da sfondo, Amanda Keeler, giunta a New York dalla piccola e provinciale Lakerville, sposa il magnate dell’editoria Julian Evans, dopo aver vissuto un intenso rapporto di passione con il giornalista bohemian Ken Saunders. Grazie al potere del marito comincia la sua scalata verso la celebrità, firmando un pessimo libro neanche scritto da lei ma che in breve diventa best seller. All’apice del successo, Amanda Keeler Evans diventa l’opinionista di grido per i media che contano e figura di riferimento per l’alta società dell’epoca, fino quasi a oscurare la personalità del marito. Ma neppure la fama può cambiare la natura delle persone. Amanda rivede Ken ed elabora un piano per riconquistarlo, come amante, sfruttando l’arrivo a New York della vecchia amica dei tempi di Lakerville, l’ingenua Vicky Haven. Ma sarà proprio la presenza di Vicky a costringere Amanda a confrontarsi col passato e gli effetti, per lei, avranno conseguenze devastanti.
Un tempo per nascere…col dono dell’immortalità.

 

IL FOGLIO
– 22/10/2005

 

Dawn Powell, Un tempo per nascere

 

 

 

Gore Vidal, LA REPUBBLICA
– 21/07/2005

 

Dan Powell. Quando il Village e Manhattan erano un’isola felice

 

 

 

Rossella Martina, IL GIORNO
– 11/08/2005

 

Scacco alla regina

 

 

 

Natalia Aspesi, ELLE
– 09/09/2005

 

IRONIA FEMMINILE

 

Ci sono scoperte che commuovono, almeno chi come me ama leggere e però si inquieta davanti alla montagna di libri che vengono quotidianamente pubblicati: cosa scegliere, di chi fidarsi, dopo aver scartato tutti quelli che vengono raccomandati perché tanto divertenti, perché bestseller americani, perché mercantilmente porno, perché scritti da personaggi televisivi? Ho aperto per caso questo romanzo di una scrittrice a me colpevolmente sconosciuta, e sono rimasta incantata: dalla storia, dalla meravigliosa scrittura, dall’arguzia, dall’assoluta modernità, da quei personaggi femminili così complessi e veri come solo una donna può raccontare. Un tempo per nascere è stato pubblicato in America nel 1942, solo adesso in Italia, ed è il romanzo più attuale che abbia mai letto ultimamente. Dawn Powell allora aveva 45 anni (morirà nel 1965) e apparteneva all’intellighenzia di New York, una vita bohèmienne senza denaro ma molta allegria: viveva al Greenwich Villane in un tempestoso ménage a trois, col marito Joseph Gousha e l’amico di entrambi, il giornalista Coburn Gillman, cui questo romanzo è dedicato. Scrisse 15 romanzi magistrali ma di poco successo perché, come scrive Gore Vidal che con i suoi articoli ha contribuito al rilancio se non addirittura alla scoperta della scrittrice, “era arguta, ironica e donna, una combinazione che non ammaliava i salotti letterari dell’epoca. E soprattutto non propagava il calore e la saggezza dei valori familiari”. Anzi, le protagoniste dei suoi romanzi sono donne che lavorano, che rincorrono il successo, amiche e rivali tra di loro, a caccia di mariti, o di amanti, di cui poi si disinteressano, prese dalla loro carriera.
Si disse allora che la protagonista di Un tempo per nascere, Amanda Keeler, assomigliava molto a quella Claire Booth Luce, anticomunista sfegatata, che fu anche ambasciatrice degli Stati Uniti in Italia e che lei detestava apertamente. Già l’inizio del libro è folgorante. L’Europa è in guerra e gli Stati Uniti stanno per entrarci: “Non era tempo di piangere per un cuore spezzato…perché l’universo stesso, niente di meno, era il problema… E via, le intrepide ragazze reporter si precipitavano al fronte con la permanente appena fatta e un rifornimento di crema da notte sufficiente per tre mesi…”.
Amanda è una giovane donna di origini modestissime, che dal suo paese è arrivata a New York e con un solo libro è diventata una celebrità: “Narra la leggendadilagava nelle librerie come se quel polpettone pizza e spada potesse consolare un pubblico che stava per essere bombardato”.
Ha sposato il suo potente editore strappandolo alla moglie e ai figli, vive in un immenso palazzo sovraccarico come un brutto museo e con lui comunica attraverso l’imponente segretaria che a sua volta comunica via telefono col di lui segretario mingherlino. Un’invidiosa amica d’infanzia, Ethel, va a trovarla per supplicarla di aiutare una compagna di scuola nei guai perché l’innamorato ubriacone ha sposato un’altra e lei langue disperata: Amanda acconsente, le trova un lavoro a New York, e da quel momento, in una ironica, profonda, femminilissima serie di eventi, pagherà tutti i suoi peccati.

 

 

Margherita Ghilardi, ALIAS – IL MANIFESTO
– 06/08/2005

 

Notti elettriche al Village con gli echi della guerra

 

 

 

LIBERAZIONE
– 17/07/2005

 

Un tempo per nascere

 

 

 

Maria Grazia Ligato, IO DONNA
– 20/08/2005

 

Un tempo per nascere

 

Amanda Keeler è la regina del jet set newyorkese grazie a un importante marito e alla formidabile capacità di manipolare il mondo a suo piacimento. Dal paesino dell’Ohio in cui è nata (e sul quale mantiene un rigoroso segreto) arriva una vecchia compagna di scuola, Victoria. Ma la scialba ragazza è determinata a conquistare la sua fetta di felicità su un palcoscenico dove si addensano le ombre della seconda guerra mondiale. Tra High society ed Eva contro Eva, un resoconto caustico della complicata vacuità umana. Da un’autrice di culto che, secondo Gore Vidal, presto diventerà “religione di massa”. Irresistibile.

 

Laura Lepri, IL SOLE 24 ORE
– 11/09/2005

 

Tutti i veleni della Grande Mela

 

 

 

Irene Bignardi, LA REPUBBLICA
– 16/07/2005

 

Giornalista e cinica ma chi sarà?

 

Dicono i bene informati che ogni vent’anni circa ha luogo la riscoperta di Dawn Powell. Per fortuna. Perché la scrittrice rilanciata questa volta in Italia da Fazi non davvero una da poco, e ci si chiede come mai non abbia raggiunto la statura pubblica di altri suoi grandi coetanei, come, per esempio, l’amica, più mondana ma ugualmente bevitrice, Dorothy Parker. Alla sua morte nel 1965, Powell era già dimenticata, nonostante una nutrita produzione, molti ammiratori illustri e un romanzo, questo Un tempo per nascere, che taglia e incide nella vita sociale, culturale e mondana di New York con la stessa crudele acutezza e la stessa precisione che Balzac applicava alla sua Parigi, con in più un tocco dickensiano di humour e una attenzione ai riti sociali in cui si avvicina a Fitzgerald.
Leggendo il libro (godibilissimo, con una glassa frivola e un fondo molto tosto) che racconta la scalata alla fama e al potere, nella Manhattan chic alla vigilia dell’entrata in guerra, di una bellissima giovane giornalista e scrittrice, Amanda Keeler, appoggiata dal suo innamoratissimo e potentissimo marito, il lettore italiano non si renderà immediatamente conto, come il lettore americano, che oltre a essere una sorta di ironico racconto morale sulla carriera di una libertina il libro è anche un romanzo à clef, ce che la bella cinica arrivista e la sua condizione di moglie di un grande editore ricordano la figura di Claire Booth Luce – e che dunque forse parte della non fortuna di Dawn Powell può essere dovuta a un anatema dei potenti.
Ma anche senza la “clef”, il romanzo sorprende per la immancabile precisione dell’analisi psicologica, dei movimenti del cuore e degli interessi, dei gesti del potere, delle regioni che perfino una protagonista odiosa e seducente come Amanda può avere come giustificazione al suo manipolare la vita degli altri. Esilarante e acido, toccante e crudele: un falò delle vanità travestito da romanzo per signore.

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