Léo Malet
Delitto al luna-park
Traduzione di Giuseppe Pallavicini
È maggio, a Parigi. Il XII arrondissement, un tempo teatro importante della Rivoluzione, è oggi pungolato dalla cosiddetta doccia scozzese: un acquazzone, un raggio di sole, un raggio di sole, un acquazzone… Nestor Burma è in stazione ad attendere il ritorno di Hélène da Cannes, ma dal treno la segretaria non scende. Così, il detective si mette a vagare per Parigi e finisce in un luna-park. Seguendo le gambe di una bella donna, sale sull’ottovolante, ma è ignaro di essere a sua volta pedinato: durante la corsa, viene aggredito da un passeggero seduto alle sue spalle. Neanche a dirlo, in un attimo il malcapitato viene scaraventato giù dalla giostra – e la caduta è fatale. Come se non bastasse, il detective scopre che l’anno prima una ragazza è precipitata giù dalla stessa giostra. Troppe coincidenze, per i gusti di Burma, che decide di approfondire. Ferma innanzitutto la donna che stava seguendo: il suo nome è Simone Blanchet, e ben presto si rivelerà coinvolta nella scomparsa di un bottino di 150 chili d’oro. La storia inizia così ad assumere dei contorni davvero singolari…
Una nuova, imperdibile avventura per Nestor Burma, il detective anarchico più famoso di Francia.
«Maestro del noir, Malet è giudicato, non a torto, migliore di Simenon».
Corrado Augias
«Malet è, giustamente, ritenuto fra le voci più alte del noir francese».
Giancarlo de Cataldo
«Aprire un suo libro è come salire su una giostra, sai che non t’annoierai».
Gianni Mura, «il Venerdì di Repubblica»
«Uno dei detective più riusciti del noir novecentesco. Un classico. E basta».
Fabrizio d’Esposito, «Il Fatto Quotidiano»
«Solo da morto gli fu tributata la caratura letteraria che si meritava, non inferiore a quella di Simenon».
Bruno Ventavoli, «TTL – La Stampa»