Paula Fox
Storia di una serva
Introduzione di Melanie Rehak
Traduzione di Gioia Guerzoni
Da una delle più importanti voci della letteratura americana del ventesimo secolo, l’indimenticabile ritratto di una donna che sfida le regole culturali americane per raggiungere la propria libertà.
Luisa de la Cueva nasce negli anni Trenta in un piccolo villaggio sull’isola caraibica di San Pedro, dove trascorre la sua infanzia. Dopo i primi anni passati nella piantagione di canna da zucchero dove sua madre è a servizio, si troverà poco più che adolescente ad abbandonare il conforto di una vita genuina per seguire i sogni di ricchezza e prosperità che New York simboleggia per la sua famiglia. Ma una volta lì i de la Cueva sono costretti ad abitare tra scantinati e squallidi appartamenti e la società americana con le sue spietate regole si rivela così lontana dall’umanità e dal senso di solidarietà che regnavano a San Pedro. I ricordi degli anni felici riaffiorano continuamente nella memoria di Luisa che accetta di lavorare come domestica con l’unico sogno di tornare presto nella sua amata isola. Lavorare a servizio nelle ricche case della borghesia newyorchese, di cui la Fox ci restituisce feroci e puntuali affreschi, le permette di guadagnare abbastanza ma anche di entrare in contatto con altri immigrati che cercheranno di coinvolgerla nel neonato movimento per i diritti civili. E, proprio nel pieno delle battaglie sociali, mentre quelli come lei cercano di affrancarsi da una condizione di inferiorità e sfruttamento, Luisa rimane estranea a qualunque forma di riscatto e vagheggia un ritorno alla purezza della sua terra. Superbo ritratto della società americana della metà del secolo scorso, questo romanzo svela tutti i tesori che si nascondono nei diseredati. Per sottrarli all’oblio, serviva l’occhio fraterno di Paula Fox, la sua tenerezza e la sua meravigliosa compassione.
«Appena ho letto Paula Fox mi è subito sembrata assolutamente superiore a scrittori come John Updike, Philip Roth e Saul Bellow. A più di dieci anni di distanza, la amo ancora di più».
Jonathan Franzen
«Paragonata dai critici a Cechov e Melville, a Muriel Spark e Nathanael West, a Batman e Robin, Paula Fox è grande. Grandissima».
Jonathan Lethem
«Un libro raro e meraviglioso… Paula Fox sa come costruire un personaggio: Luisa De la Cueva è indelebile ed eterna come molte creazioni di Dickens, Balzac o George Eliot».
Vogue
– 01/09/2008
Il paradiso perduto dei Caraibi
– 16/07/2008
Intrighi e sentimenti romanzeschi
– 10/06/2008
Un grande libro
– 08/05/2008
Come dare un senso alla solitudine
Paula Fox
Storia di una serva
Trad. Gioia Guerzoni
pp. 446, euro 18
Fazi, 2008
Dobbiamo a Jonathan Franzen la riscoperta della grande scrittrice americana Paula Fox, autrice di numerosi romanzi per bambini e di sei eccelsi romanzi per adulti, troppo a lungo tralasciati dalla critica. Nella prefazione a una ristampa del 1999 di Desperate Characters (Quel che rimane, Fazi , 2003), l’autore di Le correzioni la ritenne superiore a Bellow, Roth e Updike e, dopo di lui, altri critici la paragonarono a Kafka, Chechov e Flaubert. Padrona di una prosa nitida ed essenziale, la Fox esplora i movimenti della vita interiore dei suoi personaggi attraverso immagini epifaniche di forte impatto visivo. Nel breve romanzo Quel che rimane il graffio di un gatto sulla mano della signora Bentwood, oltre ad essere il motore narrativo dell’ intera vicenda, materializza la paura dell’ignoto che tormenta i personaggi e rivela i mille risvolti del rapporto di odio-amore che lega la donna a suo marito. Storia di una serva, pur presentando un impianto strutturale più tradizionale, in bilico tra il Bildungsroman e il romanzo storico, rimane un lungo viaggio all’interno di una coscienza alla ricerca dell’auto-consapevolezza. Protagonista e voce narrante del lungo romanzo è Luisa de la Cueva, nipote di un proprietario di piantagioni di canna da zucchero nell’isola caraibica di San Pedro e figlia di una serva e di un rampollo della stessa famiglia di latifondisti che si era appropriata delle terre del nonno. Ruina! Ruina! sono le parole che aprono il romanzo, le parole scarabocchiate sulla lettera che suo nonno lasciò alla moglie prima di partire per andare a morire da qualche parte. Parole che segnano il destino della piccola Luisa, marchiata sin dai primi anni dalle stimmate della diversità. Disprezzata dalla famiglia del padre, Luisa vive in una stamberga e trova felicità e conforto nell’affetto della nonna materna che le offre un modello inimitabile di autosufficienza. Solo la penna di chi ha scritto per l’infanzia, poteva penetrare con tanta profondità e verità il punto di vista di una bambina forte e fragile, curiosa e rassegnata allo stesso tempo. La vita nelle piantagioni, la povertà della sua casa, le tensioni familiari e sociali sono filtrate dallo sguardo di chi comincia a dar forma alla propria coscienza e , sebbene rivissute nel ricordo, le sensazioni e le prime intuizioni di Luisa non perdono la loro originaria spontaneità. L’infanzia sarà sempre il paradiso perduto di Luisa che, poco più che adolescente, viene costretta dal padre ad abbandonare San Pedro per stabilirsi con la famiglia nei sordidi sobborghi della New York della Grande Depressione. Da questo momento in poi il presente e il futuro della ragazza verranno pensati in funzione di un ritorno al passato. Il racconto della vita adulta di Luisa assume infatti l’andamento dei moti delle onde del mare, con il periodico ritorno dei ricordi dell’infanzia che sembra modellare la sua percezione del presente. Luisa vive nell’emarginazione ma rifiuta con ostinazione il miraggio del sogno americano, condannandosi a prestare servizio presso alcune famiglie borghesi che ella usa come pietra di paragone per capire se stessa. Come sempre nei romanzi della Fox, il mondo esterno funziona da specchio all’interiorità dei personaggi. La lunga vicenda di Luisa, segnata da lutti, da un matrimonio fallito, dalla gioia della maternità sempre minata dal terrore della perdita, corre parallela alla storia americana dagli anni Trenta alla guerra del Vietnam, ma i numerosi avvenimenti politici e i rivolgimenti sociali pervengono al lettore attraverso lo sguardo interiore della protagonista . Luisa è legata alla quotidianità dei suoi lavori servili che sembrano assicurarle una apparente equilibrio. C’è in lei una ostinata volontà a ignorare i fatti del mondo , come se la non conoscenza fosse un diritto da rivendicare o una libertà da concedersi. Si accorge delle guerre perché le portano via persone amate, fa caso ai movimenti pacifisti degli anni Settanta perché si ripercuotono sui comportamenti dei coetanei del figlio. Luisa è acuta e intelligente e avrebbe potuto costruirsi un’altra vita. Ma il suo compito più incombente consiste nel ricucire le sue ferite affettive, nel colmare i suoi vuoti e nel dare un senso alla sua stessa solitudine. La sua scuola di vita è la strada e la sua conoscenza del mondo è favorita da un acuta capacità di ascolto e di osservazione. La sua fervida immaginazione si nutre di sogni , ma profonda è la sua percezione delle assenze e del bisogno di appartenenza. Ci sono momenti in cui sembra vicina alla comprensione di se stessa, soprattutto quando decide di tornare a San Pedro per ritrovarsi. Ma le illuminazioni epifaniche di Luisa sono sempre parziali perché la narrativa della Fox offre indizi di verità senza mai azzardare risposte definitive. Nonostante la complessità del mondo interiore di Luisa, il romanzo, come anche gli altri della Fox, mantiene una struttura corale. I numerosi personaggi che popolano la scena, lungi dall’essere secondari, si sviluppano a tutto tondo e svelano gli anfratti più remoti delle loro personalità interagendo con la protagonista. Gli abitanti del piccolo villaggio caraibico, la comunità di immigrati ispanici dei sobborghi di New York, le infelici famiglie borghesi che traggono sollievo dalla silenziosa metodicità del lavoro di Luisa, svelano un ampio spaccato sociale e antropologico dell’America di quegli anni. |
– 20/04/2008
La serva serve per capire la vita
– 15/04/2008
Novità in libreria
– 10/04/2008
Paula Fox, il dolore e la bellezza
– 01/04/2008
Jane Eyre ai Caraibi
– 01/04/2008
Carta stampata
– 07/04/2008
Paula Fox, i Caraibi nel cuore di New York
– 27/03/2008
Lasciarsi vivere scoprendo la verità ad occhi aperti
– 26/03/2008
Franzen e Lethem fra i suoi tanti “cuccioli” adottivi
– 26/03/2008
La vecchia volpe delle lettere Paula Fox
– 02/04/2008
Paula Fox
– 22/03/2008
Un’infanzia caraibica
– 22/03/2008
Storia di una serva
– 25/03/2008
Storia di una serva
Storia di una serva
Traduzione Gioia Guerzoni
Fazi 2008
1926. Luisa De la Cueva nasce a Malagita, sull’isola caraibica di San Pedro, tra piantagioni di canne da zucchero ed estati torride. È la figlia illegittima del proprietario della vivienda, e sua madre presta servizio alla tenuta come cameriera. Un padre inesistente, burbero e scostante. Una madre quasi surreale per la sua presenza sulfurea, incapace di prendersi cura di se stessa, ancora meno di sua figlia. Luisa passa quindi la sua infanzia tra le braccia della nonna Nana, curanderas del villaggio dai capelli argentei, anima saggia che lenisce le ferite dell’anima e cura i mali dello spirito. Quando suo padre decide di trasferire la famiglia a New York per sfuggire dalla rivoluzione e lasciarsi alle spalle la figura di una madre dispotica, Luisa subisce questa decisione senza potersi opporre. Sbarcata in America trascorrerà la vita tra squallidi appartamenti del barrio newyorkese e una ristrettezza economica perpetua. L’unica scelta consapevole che farà sarà quella di lavorare come cameriera per le famiglie ‘bene’ della upper class covando il sogno di poter tornare un giorno a Malagita, incarnazione di valori puri in netto contrasto con la rincorsa del sogno americano e l’individualismo spietato che avvolge ogni cosa. Neanche un figlio, avuto da una relazione poi fallimentare, sarà in grado di donarle una parvenza di serenità. Per quanto sia forse l’unica cosa positiva di una vita vissuta sempre a metà…
Paula Fox – scrittrice americana ottantenne, vissuta per anni a Cuba – scrive questo romanzo nel 1984 (ma è come se l’avesse terminato ieri) e viene oggi riconosciuta come una delle migliori voci della narrativa contemporanea. Regala al lettore la figura di una donna che diventa immortale e che ricorda i personaggi dei grandi romanzi di tutti i tempi, quelli che restano nel cuore di generazioni e generazioni di lettori. Luisa rappresenta la dignità: la sua condizione di donna immigrata, che pare a tratti lasciarsi vivere, non è mai patetica né lamentosa. È una donna che vive un percorso che non le appartiene, che non ha voluto, ma lo fa senza mai mancare di rispetto a se stessa, senza mai svendersi, neanche nei momenti più bui. Un fedele affresco dell’America di metà secolo scorso a raccontare il fenomeno dell’immigrazione alla ricerca di nuove radici, di un futuro migliore che tarda ad arrivare e che spesso è l’illusione più grande che si possa coltivare. Paula Fox dona un riscatto a Luisa, e lo fa con una prosa di inarrivabile spontaneità, una narrazione sensibile ed intimista, vera e tangibile, delicatamente compassionevole. [carlotta vissani]
– 18/03/2008
La serva vuole essere libera
– 14/03/2008
Storia di una serva
– 08/03/2008
Come trasformarsi da dominate a dominatrici
– 09/03/2008
Una serva sognatrice per fustigare New York
– 03/03/2008
Romanzo
– 04/03/2008
Una cameriera a New York
– 29/02/2008
L’immigrazione vista dalle cucine
– 04/03/2008
L’anticipazione
– 23/02/2008
Cuba nel cuore della domestica
– 01/03/2008
Storia di una serva
– 01/03/2008
Con tutta l’anima
– 16/02/2008
La serva perfetta
– 01/01/2008
Dall’estero o in Italia i libri non mancano