Tim Winton

Dirt Music

COD: a8abb4bb284b Categoria: Tag:

Collana:
Numero collana:
92
Pagine:
410
Codice ISBN:
9788881126156
Prezzo cartaceo:
€ 16,50
Data pubblicazione:
28-04-2005

Traduzione di Maurizio Bartocci

Confinata ai margini dell’Australia, Georgie Jutland, moglie del pescatore Jim Buckridge e matrigna dei suoi due figli Josh e Brad, trascorre le giornate in compagnia dei suoi quarant’anni e delle sue speranze disattese. Tra vodka e Internet, l’ex infermiera, compagna senza passione di un uomo dal passato turbolento, s’innamora di Luther Fox, uomo dal futuro improbabile, musicista sfortunato, pescatore di frodo, che pare avere poco da offrirle. Ma Fox incarna il cambiamento e, nonostante tutto, avendo per sfondo una natura dalla bellezza magica e gli sconfinati paesaggi australiani, Georgie seguirà la fuga di quest’uomo fino ai confini dell’universo, là dove incontrerà aborigeni dalle radici spirituali ancora vive.
Un viaggio affascinante, dai molteplici sviluppi, che offre la visione di un continente dalla storia complessa, dai territori vergini dove ancora vale la pena inoltrarsi. Georgie, Jim e Fox formano un triangolo perfetto. Tutti e tre sono tormentati dalla propria storia personale, intrecciata però a quella degli altri: Georgie giunge a una crisi risolutiva alla morte della madre, quando si troverà di nuovo ad affrontare le sorelle fanatiche dello shopping e il padre adultero; Jim, ancora tormentato dalla morte della sua prima moglie Debbie, cerca ossessivamente di fare ammenda, cosa che lo porterà inevitabilmente a sconfinare anche nel passato di Fox.

DIRT MUSIC – RECENSIONI

 

Maura Murizzi, IL MUCCHIO SELAVAGGIO
– 21/11/2005

 

Dirt Music – Tim Winton

 

Ogni romanzo di Tim Winton potrebbe intitolarsi “Ti prendo e ti porto via”, perché tutte le sue storie, i personaggi maschili, i paesaggi sconfinati includono al contempo un invito e una minaccia, un vortice e una brezza fresca, un seme di tragedia e un inno all’amore passionale… La sensazione di spaesamento che ci aveva conquistato con i precedenti Cloudstreet e I cavalieri ritorna potentissima fin dalla prima pagina di questo Dirt Music, dove una donna quarantenne trascorre le sue giornate (e notti) sempre uguali attaccata al computer, aspettando qualche email che le porti una novità, chattando per noia e bevendo qualche bicchiere di vodka che stordisca un po’ la sua monotonia.

Georgie è un’ex infermiera che per amore di un uomo si è trasferita nel suo villaggio di pescatori e si è caricata della responsabilità di crescerne i due figli adolescenti, orfani della madre. Ma l’impressione è che si sia pentita di tanta disponibilità, al punto da esercitarsi per ‘prove di fuga’ dalla famiglia. Durante uno di questi tentativi incontra fortuitamente Luther Fox, ed è attrazione e com-passione a prima vista, un po’ come nel film Lezioni di piano. Lu è l’antitesi del marito Jim: è costretto a vivere nascosto mentre Jim è il boss del villaggio, fa il pescatore di frodo mentre l’altro con le sue barche dà da lavorare a tante famiglie; ha la sola compagnia di un cane mentre Jim ha due figli e un lutto per la prima moglie mai superato…

Come sempre accade in amore, Georgie non esita a scegliere l’alternativa più lesionista, ma a questo punto le complicazioni diventano inenarrabili almeno per due motivi: sia perché il romanzo si sviluppa anche come un thriller, per cui sarebbe sciocco anticipare le motivazioni e il senso di tanta violenza (anche se non si arriva a tagliare le dita come nel già citato Lezioni di piano, parente prossimo del romanzo per australianità, paesaggi e scandali al sole); sia perché la mole di incontri, segreti, lutti, intrecci familiari, colpe da scontare che investono Georgie, Jim e Lu è distribuita in dosi massicce, quasi da telenovela, e quindi impossibile da riassumere.

Si arriva al finale storditi da tanti inseguimenti, svelamenti, pentimenti, e fino all’ultima pagina si resta ansiosi di capire se e come i due innamorati si ricongiungeranno (e il marito troverà la sua pace). Ma purtroppo si ripone il libro delusi, stupiti per come lo stesso Winton abbia a un certo punto perso il controllo delle fila di una storia tanto rocambolesca: il finale supera infatti qualunque patto di fiducia e sospensione del giudizio stipulato col lettore. Fino alla penultima pagina, però, Dirt Music resta una bellissima, intrigantissima storia d’amore.

 

Paolo Bertinetti, IL DIARIO DELLA SETTIMANA
– 17/06/2005

 

Shakespeare & Co

 

Sulla costa dell’Australia occidentale, bagnata dall’Oceano Indiano, c’è una sola città, Perth, meta un tempo di emigranti siciliani che (se erano fortunati)ci andavano a fare i pescatori. A nord di Perth (a parte un paio di cittadine) ci sono centinaia di chilometri e chilometri di costa deserta: è il trionfo della natura selvaggia, coccodrilli compresi, con qualche insediamento per gli amanti del genere (comunque meglio se provvisto di aria condizionata, bar, ristorante e porticciolo turistico). Tim Winton immagina che a cinque ore di macchina a nord di Perth ci sia un borgo di pescatori, White Point, abitato da “australiani veri”, che un po’somigliano a certi americani della provincia profonda, violenti, razzisti, sprezzanti nei confronti del mondo urbano. La principale differenza è che a loro, invece della musica tipo Nashville, piace la “dirt music”, che per la verità è una roba dello spesso tipo.
A White Point Winton mette in scena un classico triangolo. Invece di un bravo dottore, una signora inquieta e uno scavezzacollo, qui abbiamo Jim, il miglior pescatore della zona, Georgie, figlia di un ricco avvocato di Perth che ha rifiutato il mondo borghese per diventare infermiera e girare il mondo, e Luther Fox, musicista, pescatore di frodo e portatore di un senso della natura un po’new age. Il romanzo si avvale di un linguaggio sincopato, originale, per ampie parti fatto di frasi brevissime, poche parole e punto a capo; ma originale è pure l’incrocio tra i tre personaggi, una versione per i nostri giorni dell’irresistibile prevalenza dell’emozione sulla ragione.

 

Paola Pioppi, WWW.CIAOCOMO.IT
– 14/10/2005

 

Libri d’Autunno, l’amore nel tempo della solitudine

 

La protagonista di Dirty Music è Georgie Jutland, confinata ai margini dell’Australia dove vive con il marito pescatore e due figli. Si innamora di un musicista fallito che sopravvive con la di pesca di frodo. E con lui fuggirà…

E’ uno dei più importanti scrittori australiani contemporanei, autorelegato, assieme alla sua famiglia, in una casa sulla spiaggia in una delle zone meno popolate del suo paese. Tim Winton, dopo Blueback e I cavalieri di Cloudstreet, torna con un romanzo in cui si respirano le stesse atmosfere di solitudine che ha imparato a conoscere nei silenzi che lo circondano, nella vastità della terra australe.
La protagonista di Dirty Music (Fazi, pag. 410, 16.50 euro) è Georgie Jutland, confinata ai margini dell’Australia dove vive assieme al marito pescatore Jim Buckridge, e ai suoi due figli Josh e Brad. Qaurant’anni, trascorre le giornate senza riuscire a distaccarsi dalle sue speranze disattese. Vodka e internet sono gli amici di questa ex infermiera, compagna senza passione di un uomo dal passato turbolento, che all’improvviso si innamora di Luther Fox, uomo dal futuro improbabile, musicista sfortunato, pescatore di frodo. Fox non ha nulla da offrirle, ma rappresenta il cambiamento: nonostante tutto, Georgie seguirà la fuga di quest’uomo fino ai confini dell’universo, là dove incontrerà aborigeni dalle radici spirituali ancora vive, lasciandosi scorrere negli occhi gli sconfinati paesaggi australiani.
Un viaggio affascinante che mostra un continente dalla storia complessa, dai territori vergini dove ancora vale la pena di inoltrarsi. Georgie, Jim e Fox sono tre personaggi tormentati – in modo identico e diverso – dalla propria storia personale, che non riesce mai ad essere dipendente e si intreccia a quella di altri.

 

Francesca Gigli, SECOLO D’ITALIA
– 29/05/2005

 

Tim Winton tra follia e ordinaria quotidianità

 

TIM WINTON, autore del libro “Dirt Music” (finalista al Brooker Prize e vincitore del Miles Franklin Literary Award, da noi edito da Fazi editore, pagine 407, prezzo euro 16,50) è uno dei più affermati autori australiani. E’ nato nella zona ovest dell’Australia, dove vive a tutt’oggi con la moglie e tre figli. In Italia si afferma con il romanzo “Quell’occhio, il cielo”, che racconta una storia familiare di povertà e dolore in un mondo incantato e dolente. Il suo stile è inconfondibile. Storie di famiglie, di amori racconti problematici che ritagliano scorci di vita quotidiana; sullo sfondo una natura dalla bellezza magica e gli sconfinati paesaggi australiani. Nel romanzo “Dirt Music” Tim Winton non si smentisce. Georgie Jutland, la protagonista, è un’ex infermiera, moglie “senza passione” del pescatore Jim Buckridge e matrigna di suoi figli. La loro storia, priva di travolgenti sentimenti, s adagia comodamente su di una lenta quotidianità. Unico sfogo, la naturale bellezza del Paese in cui vivono: l’Australia. La costruzione dei personaggi di Georgie e Jim, e il successivo inserimento di un amante “folle” per Georgie (Luther fox), rispecchiano la volontà dell’autore di analizzare e raccontare storie di personaggi singolari. Una donna che affoga i suoi dispiaceri nell’alcool e un uomo che fugge, probabilmente anche da se stresso.
Conducono vite parallele “non si incontrano mai”. Georgie è una donna “che non ha più voglia di fare la guerra”, e mentre il suo “ego” si lascia trascinare dalla solitudine più profonda, arriva la “via d’uscita”: Luther Fox. Un uomo dal futuro incerto, musicista sfortunato, che la trascinerà in un vortice di passione.
La contrapposizione appare evidente. Da un lato le mura domestiche, dove i doveri la travolgono e le uniche valvole di sfogo sono l’alcool e i suoi bagni notturni in un oceano minaccioso ma estremamente affascinante; dall’altro lato la “follia” di un nuovo amore che l’allontana dalla “tragica quotidianità” avvicinandola agli “albori” della storia del mondo. Sfuggendo dalla sua vita, ma soprattutto da se stessa, la protagonista cerca, di ritrovarsi. I confini tra “bene” e “male” sono estremamente labili. Jim incarna la stabilità, la famiglia, il quotidiano; Luther rispecchia il lato tormentato che oramai freme per venire a galla.
Tim Winton sembra qui riprendere una celebre fra se di Wallas Stegner riferita proprio all’Australia: “Abbiamo bisogno di questi ambienti selvaggi, possono aiutarli a mantenere l’equilibrio mentale, sono parte della geografia della speranza”…
La natura è protagonista, anzi, si fonde con l’anima dei personaggi, dividendone parte integrante. E anche la gioia sembra essere così lontana, il contatto con l’oceano, con il deserto, con le rocce, con gli animali, sembra smuovere le passioni sopite. Luther Fox è “la natura australiana”, così affascinante e al contempo così pericolosa, ipnotizzante e magica.
L’autore, con un lessico semplice e scorrevole, ritaglia parti di sé per “regalarle” ai suoi personaggi. Li inserisce in un contesto a lui familiare e vi “gioca” per mostrare “l’animismo” che è racchiuso nella sconfinata Australia.

 

Renzo S. Crivelli, IL SOLE24ORE
– 29/05/2005

 

Il dono d’amore è l’oro arancione delle aragoste

 

Una natura selvaggia. Un luogo in cui tutto è portato all’estremo, in cui la bellezza del paesaggio – un paesaggio che si dilata all’infinito – coincide con un senso atavico di terrore. Mare e spiagge, rocce, falesie, mangrovie, baobab, intrichi di foreste che si abbeverano alla salsedine delle onde del Mar di Timor, nell’estremo lembo occidentale dall’Oceano Indiano. Una terra ingrata e generosa nelle emozioni (e nella paura), in cui “ragni, serpenti, squali, vespe, pappataci e coccodrilli” coabitano in un groviglio minaccioso, laddove le poche persone che vivono, per lo più aborigeni delle riserve, “sono terrorizzate da questa immensa terra bruna”, matrigna e, allo stesso tempo, così rigogliosa da sembrare un inferno “paradisiaco”.
Su questo scenario estremo, in un’isola che scivola via dalla carta geografica come un granello di polvere, si muove Lu Fox, pescatore di frodo rifiutato dalla comunità di White Popint, un villaggio nei pressi di Perth ancora immerso nell’ultimo lembo di civiltà. Da quella costa, dove per tutta la vita ha gettato abusivamente le sue nasse brulicanti di aragoste, Fox è fuggito portandosi i tragici ricordi di una famiglia distrutta da un incidente d’auto e di una moglie divorata dal cancro; è fuggito verso i Territori del Nord, chiedendo passaggi ad autisti di camion che s’inoltrano tra le rocce e le terre rosse come pionieri senza tempo (alla guida di convogli composti da più rimorchi), parlando con gli abitanti di veri e propri avamposti della società, tra guadi spaventosi sul fiume Fitzroy – così in piena da invadere tutto il terreno “golenale” risucchiandosi grumi di mandrie annegate – e tempeste spaventose dove mare e terra si fondono, e alla cui fine è possibile addirittura scorgere banchi di meduse depositate sugli alberi dalla furia del vento.
A leggere quest’ultimo romanzo, bellissimo, di Tim Winton, intitolato Dirt Music (la musica della terra,qualcosa che contamina, che corrompe ed esalta mentre invade la gola proprio come l’acqua di un fiume in piena) si provano tutte queste emozioni, e altre ancora, a mano a mano che seguiamo Fox nel suo viaggio verso l’annullamento nella natura. Ma perché Fox fugge? Dove sta andando? La narrazione di Winton (nato a Perth, classe 1960) è nervosa, dura talvolta, essenziale con i suoi dialoghi che stanno inglobati negli squarci descrittivi come poetiche didascalie, e ci introduce sin dall’inizio del romanzo nell’ambiente asciutto di White Point (questa sì, una località immaginaria), dove i rapporti umani sono difficili ed essenziali, scanditi da eventi cruciali come la nascita o la morte. Lì, dove la pesca è una vera forma di ricchezza, (l’oro arancione delle aragoste) vive Georgie Jutland, moglie di una altro pescatore, uno di quelli che hanno il privilegio d’una regolare licenza, con cui conduce una vita fatta di solitudini divise (lui sempre in alto mare), lei che si cura dei figliastri rimpiangendo la sua professione di infermiera, cessata dopo lo sgomento di non aver potuto salvare una malata terminale. Fin qui, in questa prima parte di Dirt Music, assistiamo a una narrazione di ambiente ricca di tocchi psicologici che ci richiama il Winton di due altri bei romanzi – di sfondo però urbano – come Quell’occhio, il cielo o Cloudstreet (entrambi già tradotti per Fazi), ma poi, subito dopo l’incontro folgorante tra Georgie e Fox, ecco che tutto prende quota.
L’impossibile amore fra i due, ostacolato da una fitta rete di rimorsi e di rinunce, crescerà dopo la fuga di Fox al Nord, novello Robinson Crusoe, lontano dalla civiltà che odia. Un’ immersione graduale nell’inconscio, per dare un senso alla propria vita, che culminerà con al sua franosa ricerca, da parte di Georgie. Due esploratori dei territori infiniti dell’amore, il cui incontro finale assomiglierà a una nuova esplosione della natura.

 

Dirt Music - RASSEGNA STAMPA

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