Gore Vidal
Myra Breckinridge
Introduzione di Claudio Gorlier
Traduzione di Vincenzo Mantovani
«Io sono nata per essere una stella, e oggi ne ho tutta l’aria».
Fin da bambina Myra vuole entrare nello sfavillante mondo di Hollywood, tanto da plasmare la propria vita come fosse una continua messa in scena: creatura versatile, Myra è nata uomo – si chiamava Myron – ma finalmente è riuscita a diventare donna: bella e inarrivabile, femmina trionfante che «nessun uomo possiederà mai», è un insegnante di una scuola di recitazione in cui sa come mettere a soqquadro le regole di bon ton. Mentre da uomo ha vissuto il sesso in modo passivo, ora è arrivato il tempo della vendetta e la vittima prescelta sarà il giovane Rutsy, giovanotto piacente dalle belle speranze drammaturgiche, sul quale la prorompente insegnante eserciterà un ambiguo potere. E se la volontà di scardinare gli equilibri tra i due sessi, di propugnare un carnevale della cultura americana degli anni Sessanta è la missione della nostra eroina, d’altra parte qualcosa non torna nel rovesciamento di ruoli, e proprio lei s’innamorerà dell’ex ragazza del maltrattato giovane, la dolce e ferrea eterosessuale Mary-Ann.
Bestseller da tre milioni di copie, funambolica pantomima pop, Myra Breckinridge è il primo romanzo raccontato dal punto di vista di un transessuale. Scritto nel 1968, il capolavoro di Gore Vidal è un’esilarante e attualissima mortificazione del culto della mascolinità di chi vedeva – quarant’anni fa – attraverso le gabbie del pregiudizio americano e scopriva le carte al futuro della cultura sessuale e alla sua urgente evoluzione: uno sguardo che ancora oggi scuote il lettore per tale e tanta irriverenza.
«Avete dato un’occhiata a Myra Breckinridge? Non credevo che sarei arrivato a dire qualcosa di buono sul lavoro di Gore, ma…».
Truman Capote
«In Myra Breckinridge Vidal sa essere devastante e allo stesso tempo irresistibilmente comico».
Mario Praz
«Myra Breckinridge ha un gusto piccante e allo stesso tempo sembra aver fissato i limiti oltre i quali la più raffinata estetica neopornografica possa mai spingersi…. ».
Harold Bloom
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Crudele gioco sessuale
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C’era una volta il camp
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Myra Breckinridge
Gore Vidal, Myra Breckinridge, Fazi, 2007, pp. 294, € 18,50
Riproposto da Fazi, nella traduzione d’autore di Vincenzo Mantovani (rivista e ripulita da certe prudenze e autocensure che caratterizzavano la precedente versione, uscita per Bompiani), un romanzo di culto del 1968, best-seller da 3 milioni di copie, ispiratore a sua volta di un cult-movie hollywoodiano con Rachel Welch e Mae West. Il libro scandalizzò in lungo e in largo al momento dell’uscita. Il New York Times si chiese se il decoro letterario fosse mai caduto così in basso, Vidal e la sua scomoda frusta satirica sulla borghesia puritana dei Sixties furono portati in tribunale.
Perché? Perché questo è il romanzo di Myron (Myron è anche il titolo del libro che segue Myra Breckinridge, il suo alter ego), un personaggio nato uomo che muta la propria identità in una sfavillante donna che “nessun uomo possiederà mai”, tutta intenta nel suo ruolo di insegnante in una scuola di recitazione, nella sua scalata a Hollywood, nel suo operato prevaricante e annientante sul macho americano colpito dalle sue continue angherie. Il prescelto per queste angherie è l’allievo del corso di Portamento e Empatia, tale Rusty, che ne passerà di cotte e di crude venendo letteralmente stuprato da Myra (la descrizione dello stupro avviene in un capitolo a dir poco memorabile), la quale poi, non paga, gli sottrarrà anche la ragazza e trasformerà il povero Rusty in un instancabile stallone pronto a soddisfare gli appetiti di signore mai stanche.
Romanzo tra i più noti di Vidal, Myra Breckinridge è alla sua maniera un romanzo da primato, non solo in termini di copie vendute: è infatti il primo romanzo scritto dal punto di vista di un transessuale e segna anche l’inizio di una nuova evoluzione della cultura sessuale.
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Myra Breckinridge
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IL RAPPORTO UOMO DONNA SECONDO GORE VIDAL
Roma, 5 gen. – (Adnkronos/Adnkronos Cultura) – Myra ha un obiettivo scellerato e in apparenza irraggiungibile. Intende conquistare il mondo splendente di Hollywood. Vuole, soprattutto, imporsi con tutta la sua forza dominando gli uomini e sottoponendoli alle sue angherie. Vuole, in altri termini, ribaltare gli schemi abbattendo il potere maschile. E’ lei la protagonista del romanzo di Gore Vidal ”Myra Breckinridge”, pubblicato dalla casa editrice romana Fazi.
Scritto nel 1968 il romanzo ha suscitato grande interesse ma, allo stesso tempo, parecchie polemiche. Lo stesso Gore Vidal ricorda nelle pagine introduttive del volume le critiche e i successi che ha suscitato il suo romanzo. ”Nel corso degli anni -scrive infatti- due o tre critici americani hanno lodato ‘Myra’ , ma poiche’ si tratta di uno di quei libri che non dovrebbero esistere in un paese libero, e’ stato cancellato dalla nostra storia letteraria. Per fortuna gli europei hanno sempre ammirato Myra e la sua buona novella”.
In ogni caso, il libro si e’ ben presto imposto all’attenzione degli esperti vendendo peraltro oltre tre milioni di copie. Myra, la protagonista, dunque, insegna in una scuola di recitazione. Gli uomini hanno sempre mostrato interesse nei suoi confronti. Eppure, per molto tempo, e’ stata un ‘soggetto passivo’. Ora, pero’, decide di cambiare strategia. Vuole essere, infatti, un soggetto attivo esercitando il suo fascino e il suo potere sugli uomini. E’ per questo motivo che prende di mira Rusty, un ragazzo piacente con molte speranze drammaturgiche. Mano a mano lo sottopone ad una serie sempre piu’ consistente di angherie e di ingiustizie. Dimostra, in realta’, di essere in grado di comandarlo anche dal punto di vista sessuale. Ricco di eventi imprevisti, il libro di Gore Vidal ha superato i pregiudizi sulla sessualita’ della sua societa’ americana degli anni Settanta mettendo in crisi in modo determinante il culto della virilita’.
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