John Williams
Butcher’s Crossing
Traduzione di Stefano Tummolini
«Bastava un solo sguardo, o quasi, per contemplare tutta Butcher’s Crossing. Un gruppo di sei baracche di legno era tagliato in due da una stradina sterrata e poco oltre, su entrambi i lati, c’erano alcune tende sparse». Ecco lo sperduto villaggio del Kansas dove, in una torrida giornata del 1873, giunge Will Andrews, ventenne bostoniano affamato di terre selvagge. L’America sta cambiando, la ferrovia in breve scalzerà la tensione verso l’ignoto che aveva permeato il continente, lasciando solo il mito della frontiera. Eppure, il giorno in cui Will sente sotto i piedi la sua terra promessa, esiste ancora la caccia al bisonte, un’esperienza portentosa, cruenta e fondante, archetipo della cultura americana.
È questo che il ragazzo vuole: dimenticare le strade trafficate ed eleganti di Boston e rinascere in una terra che lo accolga come parte integrante della natura. Ma in questi luoghi lontani dalla costa orientale e dalla metropoli gli uomini sono legnosi, stremati dall’attesa di un riscatto mai ottenuto e negli occhi custodiscono tutta l’esperienza del mondo. La caccia, l’atroce massacro di cui Will si rende complice, è un momento in cui si addensano simbologie, dove il rapporto tra l’essere umano e la natura diventa grandiosa rappresentazione, ma soprattutto è un viaggio drammaticamente diverso da ciò che il ragazzo si aspettava, da quel che immaginava di scoprire su se stesso e sul suo paese.
Rito iniziatico, memoriale della fine di un’epoca, Butcher’s Crossing è una riflessione sul rapporto tra l’essere umano e la natura, il racconto di una rivoluzione personale e collettiva che si produce sullo sfondo di un paesaggio quasi mistico.
Ci sono voluti cinquant’anni per riscoprire John Williams come uno dei più significativi scrittori americani del secolo scorso, e ora che il lettore italiano ha celebrato il successo di Stoner, ecco Butcher’s Crossing in edizione economica.
«Un romanzo spietato e refrattario a ogni romanticismo sull’illusione di poter controllare la natura. Forse tra i western più letterari che io abbia mai letto».
Bret Easton Ellis
«Butcher’s Crossing è un libro meraviglioso».
Matteo Nucci, «il venerdì di Repubblica»
«Un libro indimenticabile».
Emanuele Trevi, «La Lettura – Corriere della Sera»
«Dal punto di vista letterario regge senza dubbio il confronto con Stoner».
Tiziano Gianotti, «D di Repubblica»
«È incredibile come un romanzo scritto nel 1960 negli Stati Uniti riesca, parlando del West di fine Ottocento, a descrivere così bene la situazione del nostro paese. Anche se non dovremmo stupirci troppo: nella letteratura, nella vera letteratura, questo prodigio si ripete da secoli».
Marco Malvaldi, «TTL – La Stampa»