Elizabeth Jane Howard
All’ombra di Julius
Traduzione di Manuela Francescon
Londra, anni Sessanta. Sono trascorsi vent’anni da quando Julius è venuto a mancare, ma il suo ultimo gesto eroico ha lasciato un segno indelebile nelle vite di chi gli era vicino. Emma, la figlia minore, ventisette anni, lavora nella casa editrice di famiglia e non mostra alcun interesse verso il matrimonio. Al contrario, Cressida, la maggiore, è troppo occupata a struggersi a causa dei suoi amanti, spesso uomini sposati, per concentrarsi sulla carriera di pianista. Nel frattempo Esme, la vedova di Julius, ancora attraente alla soglia dei sessant’anni, rifugge la solitudine perdendosi nella routine domestica della sua bellissima casa color rosa pesca. E poi c’è Felix, ex amante di Esme e suo unico vero amore, che l’ha lasciata quando il marito è scomparso e torna in scena dopo vent’anni di assenza. E infine Dan, un estraneo. Le tre donne e i due uomini, legati da un filo che solca presente e passato, si ritrovano a trascorrere un fine settimana tutti insieme in campagna: caratteri e personalità, segreti e lati nascosti, emergeranno attimo dopo attimo in queste giornate intense, disastrose e rivelatrici, sulle quali incombe, prepotente, l’ombra di Julius.
Dall’autrice della saga dei Cazalet, un nuovo romanzo ricco di sensualità e delicata ironia, in cui commedia e tragedia si fondono magistralmente e in cui ritroviamo l’eleganza, l’acume e il talento di Elizabeth Jane Howard.
«Insegnando io stessa scrittura, non esiste autore che non abbia consigliato più spesso. Leggetela, era il mio consiglio. A partire da quei piccoli miracoli che sono Il lungo sguardo e All’ombra di Julius».
Hilary Mantel, «The Guardian»
«Un capolavoro tra storia, autobiografia, fiction. E tanta revenge femminile».
Natalia Aspesi, «Robinson – la Repubblica»
«C’è una buona notizia per gli orfani dei romanzi della saga dei Cazalet…».
Alessia Gazzola, «TTL – La Stampa»
«Non è seriale come i Cazalet, ma è un’altrettanto appassionante storia di famiglia».
Tiziana Lo Porto, «D di Repubblica»
«Il lettore non può lasciare le pagine…».
Isabella Bossi Fedrigotti, «Corriere della Sera»